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“Chi di voi conosce la data del suo battesimo? Alzi la mano. Sono pochi!”. Così il Papa ha salutato i cresimandi di Bari, ricevuti ieri in udienza in Aula Paolo VI (LEGGI IL DISCORSO INTEGRALE)

 

 

“Chi non se la ricorda, o proprio non la sa, si prenda l’impegno di cercarla: la chieda ai genitori, ai padrini ‘quale è la data del mio battesimo?’ e non dimenticarla mai! - l’invito di Francesco -: Perché la data del battesimo va festeggiata, ogni anno, come un secondo compleanno! Fatevi fare anche la torta con le candeline! Una torta in più mica male!”.

La data del nostro battesimo è davvero una data importantissima! - ha spiegato il Papa -: Infatti quel giorno siamo nati alla vita cristiana, alla vita in Gesù, che dura per sempre, è eterna! Poi siamo entrati nella grande famiglia della Chiesa, e lo Spirito Santo è venuto ad abitare in noi e non ci abbandona più; e infine abbiamo ricevuto l’eredità più grande che ci sia: il paradiso! Pensate che dono immenso è il battesimo!”.

“E con la Cresima cosa succede? - ha chiesto Francesco -: Succede che tutto questo viene confermato, cioè reso più saldo, reso più forte. Da chi? Prima di tutto dallo Spirito Santo, che ci rinnova con i suoi doni; poi dalla Chiesa, che ci affida il compito di annunciare Gesù e il suo Vangelo; e infine da noi stessi, che accettiamo questa missione come un impegno personale, da protagonisti e non da spettatori”.

“Dio ci ama e ci aspetta sempre”. A ripeterlo, e a farlo ripetere, a più riprese, è stato sempre il Papa ai ragazzi, durante l’udienza in cui ha citato l’esempio “di un ragazzo come voi, un tipo davvero speciale: si chiamava Carlo, Carlo Acutis”.

“È vissuto a Milano - ha ricordato Francesco: Purtroppo è morto molto giovane, nel 2006, a soli 15 anni, ma nella sua vita ha fatto in pochi anni moltissime cose belle. Soprattutto era appassionatissimo di Gesù; e poiché era molto bravo a muoversi in internet, l’ha utilizzato a servizio del Vangelo, diffondendo l’amore per la preghiera, la testimonianza della fede e la carità verso gli altri. Tre cose importanti - preghiera, testimonianza e carità - che Carlo ha vissuto con tanto impegno: stava molto tempo con Gesù, specialmente nella messa, a cui partecipava ogni giorno, e pregava davanti al Tabernacolo, per poi annunciare a tutti, con le parole e con gesti d’amore, che Dio ci ama e ci aspetta sempre”.

“Andate da Gesù, incontratelo, e poi dite a tutti che è bello stare con lui, perché ci ama e ci aspetta sempre!”, l’invito finale.

 

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