Una mitria e un pastorale sono stati i doni che don Fernando Doria, parroco della comunità leccese di San Vincenzo de’ Paoli, ha voluto offrire all’arcivescovo Michele Seccia, in vista anche della dedicazione della nuova chiesa che è sorta nello stesso quartiere della città e che sarà intitolata a San Pio da Pietrelcina.
L’occasione favorevole per questi doni è stata l’Eucaristia presieduta dal presule lo scorso martedì 10 dicembre con tutte le comunità neocatecumenali della diocesi, fra cui le cinque comunità della parrocchia di San Vincenzo (LEGGI).
Il disegno che impreziosisce la mitria, su un’idea di don Fernando e di Suor Agar Loche (Congregazione delle Discepole del Divin Maestro, Roma), si ispira al movimento degli archi che sostengono la nuova chiesa di San Pio da Pietrelcina. La stessa mitria, poi, confezionata a cura di Suor Alina Bordignon, sarà offerta a tutti i cardinali e vescovi che concelebreranno nel giorno della dedicazione della chiesa, come dono da parte della comunità parrocchiale.
Al medesimo dinamismo architettonico riconduce anche il disegno della casula di colore morello che l’arcivescovo Michele ha indossato nella celebrazione e che si userà nel giorno della dedicazione della nuova chiesa. In particolare, sempre su disegno di Suor Agar, la sartoria dell’Apostolato Liturgico ha realizzato dieci casule per ogni colore liturgico (rosso, verde, viola, morello, rosa) e quindici casule di colore bianco.
Il pastorale, infine, è un’opera progettata e realizzata dallo stesso don Fernando in legno palissandro e pietre, materiali provenienti dal Madagascar. Il suo disegno si ispira all’episodio della fioritura del bastone di Aronne, contenuto nel libro dei Numeri. In quell’occasione, dal momento che gli Israeliti mormoravano contro Mosè e Aronne e non riconoscevano la loro autorità, il Signore disse a Mosè di prendere il bastone del principe di ognuna delle dodici casate degli Israeliti: «L’uomo che io avrò scelto sarà quello il cui bastone fiorirà» (Nm 17,20). Tale pastorale, dunque, conferma simbolicamente ed efficacemente l’elezione da parte di Dio sul vescovo e l’autorità del presule nel condurre il gregge che il Signore gli ha affidato.