La parrocchia Maria SS. Assunta di Monteroni, guidata da don Giuseppe Spedicato, ha organizzato una raccolta fondi, nelle messe domenicali della Quaresima, a favore della popolazione ucraina colpita dalla tragedia della guerra.
“Ho preso l’iniziativa - ha dichiarato l’arciprete - perché non si può rimanere insensibili nei confronti di questi nostri fratelli ucraini che vivono ore disperate e di terrore. Da cristiani non possiamo voltarci dall’altra parte né fare l’errore di pensare che non sia un nostro problema e che tutto si svolga lontano da noi. Non si può. Anche noi dobbiamo preoccuparcene con lo spirito di compiere una vera e propria opera di misericordia”.
Pertanto, visto che attualmente è impossibile inviare beni di consumo e di prima necessità a causa della mancanza di corridoi umanitari sicuri, la parrocchia, in collaborazione con la Caritas diocesana, ha optato per una raccolta fondi destinati a due sacerdoti della nostra diocesi che operano in Moldavia, precisamente a Chişinău, città situata a poche ore di distanza dal confine ucraino in cui stanno organizzandosi per l’accoglienza dei profughi che vi si recano dalla vicina Odessa.
“Invito tutti i parrocchiani - ha proseguito don Giuseppe - a partecipare e contribuire per regalare un sorriso di speranza a tante persone che stanno soffrendo. Attraverso le vostre offerte sostenteremo i profughi che si stanno rifugiando in Moldavia, ospitati in degli alberghi messi a disposizione di questi nostri fratelli. La guerra è una pazzia, come ha giustamente asserito Papa Francesco, e noi non possiamo nemmeno lontanamente immaginare cosa significhi scappare dalle bombe, a piedi sulla neve, investiti da un freddo glaciale oppure dover sopravvivere senza acqua e senza elettricità nascosti nei sotterranei delle città. Ringrazio sin da ora quanti interverranno con generosità”.
La parrocchia matrice, in linea con l’arcidiocesi e con il Santo Padre, naturalmente, si augura che verranno creati presto dei corridoi umanitari per poter far passare mezzi di trasporto con generi di prima necessità anche nelle attuali zone di conflitto. In Ucraina c’è chi non si arrende e il grido di dolore del suo popolo non può essere ignorato.