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È conto alla rovescia per la riapertura a Monteroni dello storico oratorio “San Giovanni Bosco”, fondato nel secondo dopoguerra da don Antonio Giancane.

 

 

 

Dopo alterne vicissitudini, don Giuseppe Spedicato, l’attuale parroco della matrice alla cui cura pastorale è affidata anche l’antica struttura ha deciso di rimettere in pista una storia che è iniziata il 31 gennaio 1954 (festa di San Giovanni Bosco) quando il vescovo di Lecce, Francesco Minerva pose la prima pietra. Il 1° ottobre 1955 aprirono la scuola materna e la scuola elementare con servizio di refezione e doposcuola.

A distanza di oltre sessant’anni dall’inizio della sua feconda azione educativa, l’oratorio torna dunque a rivivere come centro aggregativo di riferimento per i ragazzi e per le famiglie di Monteroni. Sono stati realizzati e sono già pronti un campo di calcio a 5 e un campo di bocce. All’interno le aule che presto si popoleranno di bambini e ragazzi per laboratori di arte, di artigianato, di danza, di musica. Ma anche per gli incontri di catechesi e di formazione settimanali.

Ora si pensa anche ai dettagli prima di fissare la data dell’inaugurazione. Don Giuseppe ha voluto chiamare un writer molto conosciuto nell’ambiente, Gianfranco Martino (in arte Francy) per decorare l’ingresso. Sulla facciata, da un lato, si staglia con colori molto vivi il primo piano del santo dei giovani, don Bosco circondato dai sorrisi smaglianti e da volti felici. Dall’altro lato ancora don Bosco nell’atto di accogliere e ascoltare i giovani e, sullo sfondo, il dono della continuità educativa e pastorale rappresentata dalla figura del parroco che ad imitazione del santo cui è intitolato l’oratorio possa proseguire l’opera generativa e di accompagnamento nella crescita umana e cristiana dei ragazzi di oggi.

“Non vedo l’ora - ha detto l’arciprete - di poter tagliare il nastro e aprire le porte dell’oratorio che con grande lungimiranza, don Antonio Giancane volle donare alla comunità cittadina più di mezzo secolo fa. Intere generazioni di monteronesi sono cresciuti e si sono formati fra queste mura: oggi non abbiamo le stesse ambizioni, i tempi sono cambiati… Ma il sogno di poter restituire alla città una nuova opportunità educativa sta per diventare realtà. Lo faremo essere cuore pulsante, un luogo sereno, aperto al divertimento ma soprattutto uno spazio libero dove far crescere gli uomini e le donne del futuro".

 

 

 

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