Alcuni giorni fa le parrocchie San Nicola e Mater Domini in Squinzano hanno voluto replicare un’esperienza vissuta due anni fa.
Alcuni catechisti, tra cui quelli che animano i gruppi in preparazione alla Cresima, hanno accompagnato una rappresentanza dei ragazzi di III media ad Amatrice, nel Lazio, la cittadina distrutta dal terribile terremoto del 2016.
Il fine immediato era quello di fare un gesto di concreta solidarietà, portando un aiuto economico, vestiario e materiale di cancelleria. Ma il fine principale era quello di non dimenticare quelle persone e i ragazzi che hanno vissuto quella terribile vicenda nel momento in cui i riflettori si spengono e si resta davvero soli con i problemi irrisolti.
Il parroco don Nicola Macculi ha molto insistito su questo aspetto e il suo messaggio è stato colto dai catechisti e soprattutto dai ragazzi che a maggio riceveranno il sacramento della Confermazione. Essi per procurarsi le risorse da portare ad Amatrice hanno promosso e realizzato l’iniziativa dell’Amatriciana solidale in occasione della Focara di Sant’Antonio a Squinzano.
Il valore dell’iniziativa non sta tanto nella raccolta fondi, quanto nel fatto che le famiglie dei ragazzi e loro stessi sono coinvolti nella preparazione della pasta, nella distribuzione, nella vendita biglietti, nell’accoglienza delle persone, nell’allestimento della sagra. Il concetto era semplice: offrire un piatto di Amatriciana, con un bicchiere di vino e un frutto o un dolce a soli due euro.
Ma non si voleva che fosse solo un’elemosina, ma una solidarietà vissuta, cogliendo il dolore di chi si è trovato a perdere tutto. È stato bello vedere il senso di responsabilità dei ragazzi quando sono stati chiamati a “fare” in prima persona. Già due anni fa, subito dopo il terremoto, si era scatenata una vera prova di solidarietà nelle due parrocchie coinvolte e l’Amatriciana solidale aveva visto mamme e ragazzi fare a gara a dare il proprio contributo, anche solo nel preparare la pasta o porgere il piatto.
Meno bello purtroppo è stato vedere che in Amatrice poco o nulla è cambiato rispetto a due anni fa e che le macerie e le case distrutte sono ancora ben presenti e visibili nella cittadina, come tante immagini scattate dai ragazzi dimostrano. La testimonianza semplice e tragica della suora di quella comunità, rimasta tutta la notte sotto le macerie, ha toccato i cuori dei presenti facendo capire ai nostri cresimandi che purtroppo ciò che in televisione sembra un racconto, sul posto invece è lacrime e dolore.
Dai ragazzi, che hanno colto il senso dell’esperienza proposta, il grazie per l’esperienza vissuta a don Nicola che ha spronato e accompagnato, al collaboratore don Vanni Bisconti che ha incoraggiato, ai catechisti di III media e agli accompagnatori autisti Virgilio Carlo, Gianfranco e Giuseppe che si sono messi a disposizione della comitiva solidale.