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Quest’anno la processione senza il cardinale. I postumi del terribile incidente (LEGGI), per fortuna senza gravi conseguenze, hanno costretto ‘don’ Salvatore De Giorgi a restare nella capitale per proseguire le cure.

 

 

Ieri a Vernole si è svolta la solenne processione in onore dei santi patroni Anna e Gioacchino. Un appuntamento al quale il porporato vernolese non è mai mancato, specie egli ultimi anni, da quando, per raggiunti limiti d’età, ha lasciato la guida della diocesi di Palermo. Purtroppo, quanto è accaduto lo scorso 28 giugno, vigilia della solennità dei Santi Pietro e Paolo, di ritorno dal Campus biomedico di Roma dove si era recato per far visita agli ammalati e portare la benedizione del Papa, gli ha imposto una lunga convalescenza ma ciò non gli ha impedito di essere spiritualmente presente all’evento più atteso dell’anno dalla comunità cui appartiene. Per questo ha inviato un messaggio che il parroco, don Leonardo Giannone, ha letto al termine della processione. Ecco il testo integrale.

“Carissime e carissimi miei concittadini, amatissimi fratelli e sorelle vernolesi, a conclusione della processione dei nostri Santi Protettori Gioacchino e Anna, come negli anni precedenti avrei voluto rivolgervi il messaggio dando voce al loro amore per noi vernolesi.

L'anno scorso li ringraziammo insieme per il triplice Giubileo concessomi dal loro Altissimo Nipote Gesù: 70 di ordinazione sacerdotale, 50 di ordinazione Episcopale, 25 di nomina a cardinale.

Quest'anno non è stato possibile venire per pregare e gioire con voi, perché sono costretto a restare a Roma per curare una fortissima cervicalgia ossia un forte dolore alla cervicale provocata dal terribile scontro frontale avvenuto il 28 giugno dopo aver portato ai malati del Campus biomedico il saluto e la benedizione di Papa Francesco.

Io non ho visto la grande auto che si è scaraventata sulla piccola fiat del giovane che mi conduceva, perché con gli occhi chiusi recitavo il rosario a Maria la santissima Figlia dei nostri Santi Protettori.

È Lei che mi ha salvato con la forza del santo rosario perché condotto al pronto soccorso non hanno rilevato fratture alle ossa o lesioni al cervello ma solo la fortissima cervicalgia che sto curando.

Ma con la Figlia mi hanno soccorso anche i suoi genitori Gioacchino e Anna che per 94 anni non ho mai dimenticato e come ogni vernolese vivo sotto la loro protezione.

Mentre vi ringrazio per il vostro affetto e le vostre preghiere, sentendovi spiritualmente vicini anche se fisicamente lontano, rivolgo il messaggio che essi mi ispirano: Torni nelle nostre famiglie il santo rosario, che garantisce

l'unità, la concordia e la fedeltà coniugale e familiare oggi gravemente minacciate a danno soprattutto dei figli.

Da parte mia ogni giorno lo recito per la nostra Vernole, per tutte le famiglie vernolesi, per tutti i Vernolesi ai quali auguro di cuore una santa e gioiosa festa con la benedizione del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.

 

 

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