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Ho un paio di cari amici in ricerca. Tante volte discutendo con loro li accomuno ai Magi, non solo perché sono saggi, ma anche perché la loro ricerca è accompagnata da tanta voglia di capire, interpretare, scrutare, trovare soluzioni.

 

 

Sono un po’ come i Magi. Un po’ come i Magi lo siamo tutti, ma loro, nella loro ricerca, si distinguono. E mi insegnano tante cose.

Spesso mi pongono domande e sincerante resto ammirato dalla loro curiosità e dalla voglia di capire. A essere sincero sento che forse io ho più certezze che dubbi. E, avendo pochi dubbi, il mio spirito di ricerca si affievolisce. Le certezze, per dirla con il brano evangelico che oggi ascoltiamo a messa, sarebbero tante: la sicurezza di avere una stella, di capire la sua rotta, di raggiungere Betlemme e di vedere il Bambino. Solo a elencare queste certezze, mi inizio a sentir male e un po’ mi viene da ridere di me stesso. Possiamo essere certi di tutto e sempre? Assolutamente no

Siamo (anche) nati per vivere e dialogare con tutti, ricercare, trovare e confermare, e per ripartire nella ricerca. È il nostro essere viandanti, essere Magi continuamente. Solo così il Signore si rivela. Ha scritto Blaise Pascal: “È bene essere stanchi e affaticati nell’inutile ricerca del vero bene, per tendere le braccia al Liberatore”. La festa di oggi è una cosa molto seria, altro che le sciocchezze della Befana! È la festa della ricerca, delle mani tese verso il Liberatore.

Ricercare è una fatica seria e impegnativa. Non si può fingere in materia. Fingono quelli che parlano di ricerca ma hanno solo sicurezze di cui vantarsi, a iniziare dal proprio io, che gonfiano continuamente, e dal potere, che bramano e accrescono. Erode è un perfetto esempio: “chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”Bugie amare! La ricerca di Dio è una cosa seria ed Erode è solo uno dei tanti praticoni del potere, che farebbe di tutto per non perderlo. Non a caso ordina una strage di bambini per eliminare qualsiasi concorrente. Per questo non c’è ricerca per lui, né tantomeno meta raggiunta. Il Bambino fuggirà e lui non lo vedrà mai.

Ma ritorniamo ai Magi. La ricerca, quando autentica, porta sempre frutti: i Magi “partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima”La loro gioia mi fa pensare a quanto ha scritto Agostino: “Perché si cerca Dio per trovarlo con maggiore dolcezza, lo si trova per cercarlo con maggiore ardore”. Forse di più e di meglio non si può dire.

Se la ricerca segna la nostra vita, ad ogni livello, dai Magi impariamo che vivere vuol dire, sempre e comunque, ricercare, scrutare e gioire.

 

 

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