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“Siamo responsabili affinché tutti i preti del mondo siano felici”. Lo ha detto il card. Lazzaro You Heung sik, prefetto del Dicastero per il clero (GUARDA L’INTERVISTA), aprendo il convegno internazionale per la formazione permanente dei sacerdoti, in corso in Vaticano fino al 10 febbraio sul tema: “Ravviva il dono di Dio che è in te” (2Tm 1,6).

 

 

All’evento, promosso da tre dicasteri vaticani - per il clero, per l’evangelizzazione e per le Chiese orientali - partecipano circa mille sacerdoti, provenienti da 60 Paesi. Tra di loro anche due sacerdoti leccesi (LEGGI), don Vito Caputo (vicario generale) e mons. Vincenzo Marinaci (vicario episcopale per la pastorale).

“Oggi nel mondo ci sono tanti sacerdoti che sono pastori generosi e fedeli, non di rado anche eroi, ma molti preti sono stanchi e scoraggiati per le sfide della società e il carico che loro portano”. La domanda da porsi, per You, “spesso condivisa con il Santo Padre”, è dunque: “cosa possiamo fare per loro?”. Di qui l’importanza di “fornire il necessario sostegno e accompagnamento”, tramite una formazione permanente che sia all’insegna dell'”attenzione ad ogni sacerdote, a cominciare dai suoi bisogni concreti”. A questo proposito, il prefetto ha citato don Oreste Benzi: “Non c’è nessuno così ricco che non abbia bisogno di ricevere qualcosa e non c’è nessuno così povero che non abbia qualcosa da dare”. “Un buon accompagnamento e una buona formazione permanente non cadono dal cielo”, il monito del porporato a favore di “uno stile partecipativo e sinodale”, che caratterizzerà il convegno: “sono come un bambino che per crescere ha bisogno di tanta cura e di tanto tempo”.

Ma, “la formazione non è solo quella che si riceve nei seminari”. A lanciare il monito è stato il card. Louis Antonio Gokim Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione. Nel suo saluto, il porporato ha stigmatizzato “la tendenza, che purtroppo persiste ancora oggi, che la formazione sia quella che si riceve nei seminari, e che l’ordinazione episcopale significhi non più studio, lettura, preghiera, direzione spirituale, disciplina”.

In quanto ministri ordinati, abbiamo bisogno di una continua riforma”, l’appello di Tagle, che ha messo in guardia da un presunto “senso di superiorità” e ha invitato i presenti a “prendersi cura di se stessi e della propria fede: “è questa la formazione permanente, che non appartiene ai seminari ma ai preti stessi”. Secondo il pro-prefetto, serve “una conversione per diventare credibili agenti di evangelizzazione e di comunione provenienti da diverse culture”. “Molti preti sono vicini a chi soffre, alle vittime dei conflitti o del traffico di esseri umani”, ha fatto notare Tagle: “Alcuni sacerdoti sono diventati essi stessi rifugiati, vittime di discriminazioni e guerre o della brutalità umana: bisogna chiedersi come aiutare coloro che sono feriti ad essere agenti di riconciliazione e di pace”.

“Quasi tutte le Chiese orientali sono in un una guerra tragica e drammatica che non vede prospettive, come in altre parti del mondo”. È la fotografia con cui il card. Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, ha aperto la sua introduzione al Convegno sulla formazione. “Molti sacerdoti stanno già preparando le valigie per seguire il proprio popolo che emigra perché non vede più speranza nella propria terra”, ha testimoniato il cardinale, spiegando che “essere in minoranza, oggi, è molto difficile”. “Per creare una vera formazione permanente è necessario mettere da parte le analisi e gli schemi e sentire l’estrema generosità di Dio misericordioso, di cui siamo strumenti”, la tesi di Gugerotti, che ha messo in evidenza la dimensione di “paradosso” che appartiene costitutivamente alla tipologia di preghiera delle Chiese orientali, in cui “c’è la descrizione drammatica della miseria umana, non però per un desiderio masochista di essere continuamente testimoni della propria fragilità, ma per essere grembo della grazia di Dio che sovrabbonda dove ha abbondato il peccato”.

Domani 8 febbraio (SCARICA IL PROGRAMMA) il convegno si sposterà in Aula Paolo VI e avrà come culmine l’udienza privata che Papa Francesco ha concesso a tutti i partecipanti. Nel pomeriggio gli interventi del card. Ángel Sixto Rossi, arcivescovo di Córdoba (Argentina) e di mons. José Romeo Juanito Lazo, arcivescovo di Jaro (Filippine). La giornata si chiuderà con la proiezione dalle 18.30 alle 20 del film Sacerdoce di Damien Boyer.

 

 

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