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“La liturgia che stiamo celebrando è la memoria viva della morte e risurrezione di Gesù Cristo. Per i credenti la morte è il passaggio necessario per la consegna totale al Dio della vita, nel cui abbraccio ogni fame e ogni sete, secondo le parole di Gesù nel Vangelo, vengono soddisfatti in eterno, nella gioia di quel bene che non sappiamo definire in modo appropriato ma che sappiamo essere vero, che inseguiamo indomiti, con passione, sempre inquieti e mai sazi”.

 

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Durante quest’anno, proclamato dal Papa Anno della preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, “il Papa stesso terrà una scuola di preghiera”.

 

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Preghiera termine caduto in disuso, dileggiato e, troppo spesso, celato in ogni nostro rapporto umano. Non per riservatezza, per pudore, ma per non passare da poveri stolti o retrogradi che credono ancora di essere stati creati, voluti e amati da Dio.

 

 

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Papa Francesco ha dato il via all’Anno della preghiera, “un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera”: la preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa, la preghiera nel mondo.

 

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È da poco iniziato un nuovo anno. Ogni volta l’Incarnazione di Gesù viene a riportare la speranza nel nostro mondo, che oggi più che mai è attraversato da guerre spietate, dal Medio Oriente all’Ucraina passando per i tanti conflitti dimenticati nel mondo, da violenza feroce.

 

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“La domenica dedicata alla Parola possa far crescere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture”.

 

 

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