Vi erano prodotti che si vendevano principalmente al mattino ed altri al pomeriggio; gli ambulanti più mattinieri, che comparivano con le prime luci dell’alba, erano quelli che vendevano lu sieru, il siero, il residuato del latte dal quale si era ottenuta la ricotta o il formaggio, con cui normalmente si preparavano zuppe di pane principalmente consumate dai bambini.
Un’altra opera d’arte di Marco Epicochi da oggi farà bella mostra di sé a Ordona (Fg), nella diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Sarà, infatti lo stesso vescovo Luigi Renna a benedire la statua in cartapesta di Santa Maria del Principio realizzata dal giovane maestro leccese, titolare della bottega di Piazza Duomo.
Durante il periodo estivo appariva lu mellunaru, il mellonaio, venditore di angurie e meloni gialli, che si disponeva immancabilmente sui marciapiedi dei punti più strategici della città o di maggiore passeggio pedonale.
Lu mpagghiasegge, letteralmente l’impagliasedie, benché effettuasse le riparazioni più impegnative nella bottega, non disdegnava di aggirarsi per le strade dei rioni popolari.
Un artigiano che metteva a disposizione il proprio traino per trasportare materiale vario per conto terzi, dietro corrispettivo in danaro, era lu trainieri, il trainiere, impresario in proprio e non alle dipendenze di un “padrone”; uno dei segni di identificazione era il fazzoletto legato al collo.
Un altro ambulante richiamava la propria presenza soffiandovi con evidente sforzo: era lu petrogliaru che vendeva petrolio al dettaglio ed il suo “banco” di lavoro era una carretta vecchia e malandata che, per una sorta di simbiosi, era tirata da un altrettanto vecchio e malandato asinello.