Lo si aspettava da tanto, troppo tempo un giorno di festa così! Lo si attendeva dal 20 novembre 2021, giorno in cui è stato consacrato l’ultimo sacerdote leccese, don Antonio De Nanni.
Ieri, 8 aprile, solennità dell’Annunciazione del Signore (il 25 marzo era Lunedì Santo) l’arcivescovo Michele Seccia ha donato alla Chiesa di Lecce un nuovo sacerdote: in una chiesa matrice di Cavallino gremita e con l’abito delle occasioni più belle, don Gianmarco Sperani, inviato come collaboratore presso la parrocchia matrice di Trepuzzi, ha ricevuto l’ordinazione presbiterale.
Insieme all’arcivescovo Seccia hanno concelebrato l’arcivescovo Luigi Pezzuto, il vescovo Cristoforo Palmieri, il ministro provinciale dei Frati Minori del Salento, Fra Paolo Quaranta, i superiori e i formatori del Pontificio seminario regionale pugliese “Pio XI” guidati dal rettore don Gianni Caliandro e tanti sacerdoti diocesani e religiosi accorsi per manifestare gioia e accoglienza all’eletto.
Il servizio liturgico è stato prestato dai seminaristi teologi leccesi guidati dal maestro delle celebrazioni episcopali mons. Giancarlo Polito mentre i canti sono stati eseguiti dal coro parrocchiale.
Palpabile l’emozione di don Sperani insieme a quella della sua famiglia, del presule leccese, della comunità cavallinese e di tutto il collegio dei presbiteri per un evento di tale portata che ha fatto commuovere il cuore di tutti i presenti.
Così Seccia introducendo la celebrazione: “Miei cari fratelli e sorelle, siamo tutti emozionati per quello che sta per accadere, dal momento che un nostro figlio e fratello sta per essere ordinato sacerdote: per tutti noi è un regalo immenso da parte del Signore Risorto ma rappresenta pur sempre una grande responsabilità in obbedienza al comando del Signore che ci chiede di pregare incessantemente per l’invio di nuovi e santi operai per la sua messe”.
Dopo la liturgia della Parola e la presentazione del candidato da parte del rettore di Molfetta, l’arcivescovo, quasi a mo’ di colloquio padre-figlio si è voluto intrattenere con don Gianmarco offrendo a lui una tenera e accorata meditazione sul ministero sacerdotale (LEGGI).
È seguita l’interrogazione dell’eletto, la prostrazione e il canto delle litanie dei santi e l’imposizione delle mani del vescovo e di tutti i sacerdoti presenti, preludio alla grande e affascinante preghiera consacratoria.
I riti della vestizione, la consegna del pane e del vino e l’abbraccio di pace con il pastore della Chiesa leccese e con gli altri concelebranti hanno sugellato una serata sognata e desiderata da tutti e, perciò, destinata a diventare storia.
Prima della benedizione finale ha preso la parola il novello presbitero (LEGGI IL TESTO INTEGRALE): “Il Signore, stasera, porta a compimento un’opera che lui ha iniziato. Sento di doverlo ringraziare per avermi chiamato alla vita. Al mio-nostro arcivescovo un abbraccio grato per la grande paternità con cui accompagna e sostiene noi sacerdoti e per lo zelo con cui si spende per la nostra Chiesa: grazie per avermi indicato l'Eucaristia come cuore della mia vita sacerdotale".
Da qui, la carezza filiale ai genitori e al fratello e al presbiterio tutto, culle in cui è germogliata, si è fortificata ed ora chiede di essere custodita la chiamata al ministero ordinato di don Gianmarco: "Grazie alla mia famiglia che ha condiviso con me gioie e fatiche della sequela restandomi sempre accanto con amore, ai miei confratelli nel ministero che mi hanno baciato le mani e a cui io vorrei baciare le mani in segno di riconoscenza affettuosa per l’immediata e schietta accoglienza che mi hanno riservato, annoverandomi da subito nel presbiterio".
E prima della conclusione l'abbraccio alla comunità parrocchiale che lo ha generato alla fede e al sacerdozio, a quella in cui sta muovendo i primi passi nel ministero e al seminario che lo ha formato: "grazie a te cara comunità parrocchiale di Cavallino guidata da don Alberto, ventre fecondo in cui mi hai concesso di essere nutrito, formato e seguito per i sentieri che il Signore aveva tracciato per me; grazie a don Luca Bisconti e alla comunità della matrice di Trepuzzi che mi hanno accolto in modo eccezionale come d'altronde hanno fatto anche gli altri due parroci don Antonio Bruno e don Emanuel; grazie al seminario regionale e al rettore qui presente per aver curato la mia formazione”.
Con il canto finale e la foto di rito l’assemblea liturgica si è sciolta, mentre la preghiera di tutti continuava a salire incessante al Padre perché giornate come quella di ieri possano diventare consuetudine nella comunità ecclesiale leccese.