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I “Dialoghi al pozzo” della diocesi di Lecce, rassegna giunta alla sua quinta edizione, tenutasi ieri sera nella cornice del chiostro dell’antico seminario di Piazza Duomo e trasmesso in diretta da Portalecce Tv (GUARDA), ha avuto come ospite d’eccezione il prof. Pier Cesare Rivoltella.

 

 

Rivoltella è professore ordinario di media e tecnologie per la didattica presso l’Università di Bologna, fondatore del Cremit (Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’innovazione e alla tecnologia) ed autore del saggio scritto con Chiara Panciroli “Pedagogia algoritmica: per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale”.

Il prof. Rivoltella in dialogo con il prof. Nicola Paparella, già docente di pedagogia e didattica presso l’Ateneo salentino, ha dibattuto sul tema “Edu(comuni)care al tempo dell’IA”, riflessione nata dallo spunto offerto da Papa Francesco nel messaggio per la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dal titolo: "Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”.

La rassegna organizzata dall'Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Lecce, diretto da don Emanuele Tramacere, in collaborazione con l'Ufficio diocesano di pastorale scolastica, diretto da Tonio Rollo, prevede il dialogo come metodo di approccio alle questioni della comunicazione e ha voluto portare i riflettori su di un tema che spinge tutti ad interrogarsi. L’IA rappresenta, infatti, una risorsa che pone anche tanti quesiti: da come farne un utilizzo critico e consapevole nell’educazione, al suo buon uso e all’abuso di ciò che di essa si può fare.  

Il prof. Rivoltella ha aiutato i molti presenti a fare chiarezza sul funzionamento dell’IA e sui probabili scenari futuri. Nata dal progetto originario del 1956 di emulare l'intelligenza umana, l’intelligenza artificiale odierna è in grado di dare soluzione ad un’infinità di quesiti, basando la risposta sintatticamente più coerente con la domanda che le è stata posta, attraverso l’utilizzo di una base probabilistica di un sistema di dati.

Tra i tanti scenari apocalittici che aleggiano intorno all’immaginario collettivo sull’IA, uno su tutti, la paura dello "stato di singolarità", ovvero la possibilità che essa diventi evoluta a tal punto da poter sostituire l'uomo in tutte le sue funzione più alte, fino a modificare l'algoritmo con il quale è stata creata, rivoltandosi contro la mano umana che l'ha generata; ma anche la possibilità di perdita  di mestieri e di posti di lavoro, il rischio di sostituzione del pensiero e di decadimento della dimensione poetica, della perdita della bellezza dell’incertezza dell’umano.

Il prof. Rivoltella non ha dubbi a riguardo: a fare da discrimine per un uso corretto vi è l’intenzionalità umana. L’intelligenza artificiale non è “un oracolo che restituisce la verità” ma può essere adoperata come strumento con consapevolezza. Così l’algoretica, ovvero l’incontro dell'etica con il mondo dell'IA, impone all'utilizzatore sensibilità critica e responsabilità.

Come sottolineato da Papa Francesco nel suo messaggio, in una cultura cattolica occorre porre l’accento sull’importanza di umanizzare la relazione con L’IA e focalizzare l’attenzione sulle sue straordinarie opportunità piuttosto che sui rischi, senza trascurare uno spirito critico.

Occorre, dunque, un livello di formazione adeguato allo strumento da utilizzare e un supporto pedagogico attraverso il quale insegnare ai più giovani a saper scegliere e decidere.

Non è dunque l’abuso dell'etica a poter permettere di arginare il problema, ma occorre investire sull'educazione per salvarsi dagli errori dell'IA, educando alla formazione e alla scelta, con un alto livello di consapevolezza, di senso critico e responsabilità

A conclusione dell’incontro Rivoltella ha sottolineato come spesso “l'innovazione sia nemica della tradizione”, ma nel caso dell'IA “vale invece il contrario, l'innovazione chiede un approfondimento della cultura per potervi interagire e fruirne”.

La soluzione, dunque, potrebbe essere l’utilizzo con una funzione non sostitutiva ma cooperativa, affinché l’intelligenza artificiale, guidata dalla mano umana, possa “co-creare” arte.

 

Photogallery di Arturo Caprioli

 

 

 

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