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La Chiesa di Lecce negli ultimi 25 anni ha vissuto un’intensa e prolungata esperienza sinodale. Dal 1994 al 2000 è stato indetto un Sinodo diocesano dall’arcivescovo del tempo mons. Cosmo Francesco Ruppi e organizzato da una vasta e rappresentativa commissione, sapientemente coordinata dall’attuale cardinale Marcello Semeraro, allora vicario episcopale.

 

 

 

Un Sinodo che ha esplorato a tutto campo la pastorale della diocesi di Lecce in tutte le sue dimensioni, ha risvegliato nel laicato la voglia di essere soggetti attivi e qualificati nell’animare cristianamente i vari ambiti della vita civile, ha dato impulso e spazio alla vita consacrata e valorizzato il ruolo del presbiterio, evidenziando l’importanza della formazione permanente. Ma soprattutto, gli anni del Sinodo diocesano, tanto nella fase preparatoria che celebrativa, sono serviti per sperimentare la fecondità del dialogo, del confronto con modelli religiosi e culturali diversi.

Negli anni 2013 -2017, mons. Domenico D’Ambrosio, quasi a verifica del sinodo indetto da mons. Ruppi, ha indetto e avviato per la diocesi un altro sinodo, questa volta non a tutto campo, ma con un obiettivo ben preciso: esplorare il mondo dei giovani e il loro rapporto con la fede cristiana. Le modalità della preparazione e dello svolgimento è stato molto diverso rispetto al precedente sinodo: meno assemblee, più sondaggi, focus, e incontri a campione.

Oggi possiamo constatare come i due sinodi, realizzati a distanza di pochi anni uno dall’altro, siano stati per la nostra diocesi uno sprone a mantenere i contatti con la base della comunità cristiana e con la società.

C’è da dire che le tante attese scaturite dal lavoro dei due sinodi non sono state pienamente intercettate dai progetti pastorali successivi. Per molti aspetti la pastorale di routine e degli eventi spesso ha preso il sopravvento. La pandemia ha fatto il resto per indebolire le istanze di rinnovamento che erano germogliate.

Ma la pandemia ha anche paradossalmente provocato un clima di ritorno all’essenzialità, che nella vita cristiana significa riscoperta della fede, come riscoperta del “primo amore”, per usare un’espressione di Papa Francesco il giorno di Natale.

L’invito del Pontefice a mettersi in cammino sinodale, diventa l’opportunità, il kairos, l’ora della profezia, che nessuna Chiesa locale può non cogliere.

La Chiesa di Lecce ha già avviato i preparativi per questa inedita avventura. L’arcivescovo Michele Seccia, ha già nominato i membri della commissione che accompagnerà e coordinerà i lavori, sono stati indicati dai parroci i referenti parrocchiali. Si sta lavorando a integrare i quesiti proposti dalla Cei con delle istanze più specifiche proprie della nostra chiesa locale, istanze che interpellano l’evangelizzazione mediante la bellezza della sua arte, istanze collegate a un impegno di accoglienza e di accompagnamento all’integrazione di tante persone, immigrati e poveri di ogni genere.

Anche la Chiesa di Lecce, insieme a tutte le altre chiese, è convocata dallo Spirito Santo per dare avvio a un’esperienza di una bellezza inaudita e, nel contempo, di un impegno che non può essere la somma dei singoli contributi individuali, per quanto generosi, ma il frutto di una immensa cordata di affidamento reciproco alla grazia divina.

*vicario generale

Foto di Arturo Caprioli

 

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