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Quest’anno, come ha detto Francesco nel recente discorso di auguri alla Curia, è stato difficile per la Chiesa, “investita da tempeste e uragani”. Proprio per questo, possiamo leggere meglio il 2018 del Papa alla luce della sua prima Esortazione apostolica, la Evangelii gaudium, che il mese scorso ha compiuto 5 anni. Infatti - scrive Francesco - “bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia, anche in mezzo alle peggiori angustie”.

Cristo al centro

Un testo programmatico del suo pontificato, fortemente cristocentrico. Tutte le riflessioni del Papa di quest’anno, dalle 43 udienze generali alle 89 meditazioni a Santa Marta, dagli Angelus alle omelie delle messe pubbliche, sono centrate sull’incontro vivo con Gesù, così come leggiamo all’inizio dell’Evangelii gaudium: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. Il Papa invita i fedeli “a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia”.

Portare al mondo la freschezza originale del Vangelo

Francesco indica due vie. La prima è l’appello ai cristiani a portare a tutti, con rinnovato fervore e creatività, la gioia di aver incontrato Gesù: si tratta di una “nuova uscita missionaria” che vuole “recuperare la freschezza originale del Vangelo” e concentrarsi sull’essenziale, evitando una pastorale “ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere”. Nel nucleo dell’annuncio “ciò che risplende è la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto”. Infatti, scrive Francesco, succede che si parli “più della legge che della grazia, più della Chiesa che di Gesù Cristo, più del Papa che della Parola di Dio”.

Una Chiesa dalle porte aperte

La seconda via è quella di una Chiesa aperta e accogliente. “La Chiesa - afferma - è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre (…) Nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi”. Così “l’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli. Queste convinzioni hanno anche conseguenze pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia. Di frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”. Il Papa prevede già le conseguenze di questa impostazione: “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo”.

Il Rosario per proteggere la Chiesa dalle divisioni

Uno dei momenti forti di questo 2018 è stato l’appello del Papa a pregare il Rosario ogni giorno, uniti come popolo di Dio nel chiedere alla Madonna e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, “che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi”. In questi tempi - afferma Francesco - “sembra che il Grande Accusatore si sia sciolto e ce l’abbia con i vescovi” per seminare zizzania, scandalo e dubbi tra i fedeli. Il Papa guarda con afflizione quanti “tradiscono” la loro consacrazione a Dio e alla Chiesa e “si nascondono dietro buone intenzioni per pugnalare i loro fratelli”, trovando “sempre giustificazioni, perfino logiche e spirituali, per continuare a percorrere indisturbati la strada della perdizione”. “La Chiesa non va sporcata” - ha detto il Papa al termine del Sinodo sui giovani - i suoi figli sono sporchi, “tutti, ma la Madre no. E per questo è il momento di difendere la Madre; e la Madre la si difende dal Grande Accusatore con la preghiera e la penitenza”.

Dio non cessa di parlare

In questo contesto ricordiamo la modifica del Catechismo, approvata dal Papa, sulla pena di morte: “La Chiesa insegna, alla luce del Vangelo - si legge nel nuovo testo - che «la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona», e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo". Uno sviluppo della dottrina cattolica su questo tema, che solo in linea di principio ammetteva ancora la pena capitale. Uno sviluppo che conferma come la Tradizione – afferma Francesco - sia “una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al ‘deposito della fede’ come qualcosa di statico (…) Non si può conservare la dottrina senza farla progredire né la si può legare a una lettura rigida e immutabile, senza umiliare l’azione dello Spirito Santo”. Basta leggere gli sviluppi dottrinali in 2000 anni di storia cristiana per rendersi conto che Dio non smette di parlare e di farci capire sempre meglio le verità del Vangelo. Cresce l’intelligenza della fede.

 

La piaga degli abusi: uomini di Chiesa che spadroneggiano invece di servire

Il 2018 è stato l’anno in cui lo scandalo degli abusi compiuti da esponenti della Chiesa è scoppiato in tutta la sua virulenza. Si comprende meglio l’invocazione lanciata nella Evangelii gaudium: “Dio ci liberi da una Chiesa mondana” che sotto “apparenze di religiosità” cerca solo il potere, declinato nelle sue molteplici forme. Nella Lettera al popolo di Dio del 20 agosto, il Papa ribadisce la via della tolleranza zero, della verità, della giustizia, della prevenzione e della riparazione. La Chiesa è al fianco delle vittime (“le ferite non vanno mai prescritte”) ed è fortemente impegnata nella protezione dei minori. Francesco parla di una triplice forma di abusi: di potere, di coscienza e sessuali. Afferma che il “clericalismo” è tra le cause principali di questa piaga: è quando il sacerdozio perde la sua vocazione di servizio e si trasforma in potere, annullando la personalità dei cristiani. Parlando alla Curia, dice basta alle coperture e definisce gli abusatori lupi atroci, spesso nascosti dietro facce angeliche, lanciando loro un appello: “Convertitevi e consegnatevi alla giustizia umana e preparatevi alla giustizia divina”. Il Papa dimette dallo stato clericale vescovi e sacerdoti e toglie il cardinalato a Theodore McCarrick, 88enne arcivescovo emerito di Washington. C’è grande attesa adesso per il vertice sugli abusi convocato dal Papa per il prossimo febbraio in Vaticano e a cui parteciperanno i presidenti di tutte le Conferenze episcopali del mondo.

*Città del Vaticano

 

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