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Concludiamo il racconto dell'anno di Francesco, con le sue gioie e le sue afflizioni, guardando gli avvenimenti del 2018 attraverso le lenti dell'Evangelii gaudium

Una Chiesa che cammina insieme verso la santità

Nel Sinodo dello scorso ottobre, il Papa rilancia il suo invito contenuto nella Evangelii gaudium a “camminare insieme” nella Chiesa, senza lasciare nessuno ai margini: il documento finale chiede un nuovo protagonismo dei giovani, delle donne e dei laici. C’è ancora tanta strada da fare. Camminare tutti insieme, soprattutto verso la santità: con l’Esortazione apostolica “Gaudete et exsultate”, pubblicata in aprile, Francesco addita ad esempio “i santi della porta accanto”, i tanti testimoni della fede che danno la vita nel silenzio di tutti i giorni. E con la canonizzazione di Paolo VI e Romero indica che la santità si manifesta in tanti modi differenti, ma mette insieme istituzione e profezia.

I viaggi internazionali, l’abbraccio alle persone e ai popoli

Una Chiesa sempre più missionaria e vicina alla gente, chiede l’Evangelii gaudium. Il 2018 ha portato Francesco in Cile, dove ha incontrato alcune vittime di abusi: confesserà più tardi in una lettera di essere incorso “in gravi sbagli di valutazione e di percezione della situazione, specialmente per mancanza di informazione veritiera ed equilibrata” e ha chiesto perdono. In Perù ha abbracciato i popoli dell’Amazzonia e nel pellegrinaggio ecumenico a Ginevra ha lanciato un appello a tutte le confessioni cristiane a testimoniare insieme Cristo, al di là delle differenze, nella logica del servizio. A Dublino ha vissuto il caloroso abbraccio con le famiglie e nei tre Paesi baltici ha ricordato la persecuzione nazista e comunista e la fedeltà di tanti martiri cristiani.

I viaggi italiani, tra Padre Pio, don Tonino Bello e don Puglisi

In Italia, Francesco si è recato a Pietrelcina e San Giovanni Rotondo: Padre Pio – ha detto – è un santo che amava Gesù e amava “incondizionatamente” la Chiesa “con tutti i suoi problemi, con tutti i suoi guai”, dando una grande testimonianza di fedeltà e comunione. Ad Alessano e Molfetta, ha ricordato l’esortazione di don Tonino Bello a una vita scomoda, “perché chi segue Gesù ama i poveri e gli umili”. Sono seguiti i viaggi a Nomadelfia (Comunità fondata da don Zeno Saltini) e Loppiano (Focolari) e poi a Bari per l’incontro con i capi delle comunità cristiane del Medio Oriente, dove il Papa ha denunciato violenze, distruzioni, fondamentalismi e migrazioni forzate “nel silenzio di tanti e con la complicità di molti”: a rischio è l’esistenza stessa dei cristiani nella regione. Ultimo viaggio italiano dell’anno, a Piazza Armerina e Palermo, nel 25° anniversario della morte del Beato Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia che ha continuato a seminare il bene in mezzo alla prepotenza del male.

Diritti umani calpestati e cristiani perseguitati: difendere la vita

Nel 70.mo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, il Papa, nel discorso al Corpo diplomatico, ha affermato che molti diritti fondamentali sono ancora oggi violati: “Primo fra tutti quello alla vita, alla libertà e alla inviolabilità di ogni persona umana”. Pensa ai “bambini innocenti, scartati ancor prima di nascere”, “agli anziani, anch’essi tante volte scartati, soprattutto se malati”, “alle donne, che spesso subiscono violenze”, alle vittime della tratta, spesso in fuga da povertà e guerre. Il Papa denuncia anche la nascita di nuovi e controversi diritti che, con una nuova forma di colonizzazione ideologica, i Paesi ricchi vogliono imporre a quelli più poveri. Il pensiero va alle parole dell’Evangelii gaudium, laddove Francesco chiede di cambiare l’attuale sistema economico, perché “questa economia uccide”, crea affamati e scarti umani, facendo prevalere “la legge del più forte, dove il potente mangia il più debole”. Francesco sottolinea che in molti Paesi è calpestata la libertà di religione e di coscienza: afferma più volte che i cristiani sono più perseguitati oggi che nei primi secoli.

Accordo con la Cina: guardare la storia con gli occhi della fede

Il 22 settembre scorso è stato firmato a Pechino l’Accordo Provvisorio tra Santa Sede e Cina sulla nomina dei Vescovi (l’ultima parola spetta al Papa) con l’auspicio che contribuisca positivamente alla vita della Chiesa in Cina, al bene dei cinesi e alla pace nel mondo. L’obiettivo dell’Accordo è pastorale, non politico. In un Messaggio, Papa Francesco spiega le ragioni che hanno portato a firmare l’intesa: promuovere l’annuncio del Vangelo e raggiungere l’unità della comunità cattolica cinese. Chiede fiducia in questo passo: perché la fede cambia la storia.

Le riforme: per una Chiesa profondamente missionaria

Sono proseguite quest’anno le riforme strutturali avviate da Francesco in chiave missionaria, come auspicato dalla Evangelii gaudium. Il Consiglio dei Cardinali ha consegnato al Papa una proposta della Costituzione Apostolica (dal titolo Praedicate evangelium) sulla riforma della Curia Romana perché risponda di più alle esigenze di una Chiesa in uscita. Con la Costituzione apostolica Episcopalis communio, Francesco trasforma il Sinodo dei Vescovi da “evento a processo”, con il coinvolgimento di tutti i battezzati: si «inizia ascoltando il Popolo di Dio», si «prosegue ascoltando i pastori», per culminare nell'ascolto del Vescovo di Roma, chiamato a pronunciarsi come «Pastore e Dottore di tutti i cristiani». Con il Motu proprio “Imparare a congedarsi”, modifica alcuni aspetti della rinuncia dei titolari di alcuni uffici di nomina pontificia, sottolineando l’importanza di prepararsi alla rinuncia “spogliandosi dei desideri di potere e della pretesa di essere indispensabile”. Il Papa ha quindi approvato la Nuova Legge sul Governo dello Stato della Città del Vaticano, in vigore dal prossimo giugno, sulla base di tre principi (razionalizzazione, economicità e semplificazione) e quattro criteri (funzionalità, trasparenza, coerenza normativa e flessibilità organizzativa). Prosegue anche l’impegno della Santa Sede per migliorare la trasparenza finanziaria, confermato dal sì dell’Europa all’ingresso del Vaticano nel circuito bancario Sepa (Area Unica dei Pagamenti in Euro).

È il tempo della misericordia

Cinque anni fa, Francesco concludeva la sua prima Esortazione apostolica con un incoraggiamento agli “evangelizzatori con Spirito”, credenti che vivono la missione come “una passione per Gesù” e “una passione per il suo popolo”, vicini in particolare ai più sofferenti, portatori della gioia del Vangelo che non s’impone ma attrae, con un linguaggio positivo, dialogante, che accoglie e non condanna, pieno di speranza, attenti a “togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro”. Nell’udienza generale del 21 novembre scorso, il Papa affermava: “«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Sì, beati quelli che smettono di illudersi credendo di potersi salvare dalla propria debolezza senza la misericordia di Dio, che sola può guarire. Solo la misericordia di Dio guarisce il cuore. Beati coloro che riconoscono i propri desideri malvagi e con un cuore pentito e umiliato non stanno davanti a Dio e agli altri uomini come dei giusti, ma come dei peccatori (…) Questi sono coloro che sanno avere compassione, che sanno avere misericordia degli altri, perché la sperimentano in sé stessi”.

*Città del Vaticano

 

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