Manca poco ormai alla "Notte del fuoco". Ma le emozioni miste di sentimento religioso e di profumo di vite rimondata e di tradizione immortale, hanno raggiunto già livelli altissimi a Novoli.
L'attesa sta per finire e accanto alle invocazioni e ai canti dei devoti che ogni sera si raccolgono intorno alla statua del santo anacoreta, c'è anche chi pensa a bruciare i tempi perché bruci anche lei: sua maestà la fòcara
Una domenica pomeriggio. Abbastanza fredda. Mentre in tanti sono raggomitolati sotto le coperte o forse impegnati a rigirar la legna sotto il camino, famiglie intere novolesi - grandi e tanti piccoli - sono lì a costruire il sogno.
I bimbi giù a giocare intorno alle fascine pronte per scalare la cima. E, lungo il profilo della grande pira in fieri, una catena umana arrampicata sulle lunghe scale in legno. Che di fòcare ne avranno viste chissà quante. I piccoli imparano già il mestiere della memoria. I grandi la sostengono e la consegnano al domani.
Quanto agli intellettuali che sostengono che le comunità si costruiscono e, a volte anche, si disgregano attorno ai simboli, come dar loro torto? Colgono nel segno.
I simboli sono il motivo che unisce gli uomini e li rende compagni di strada. Oppure li smembra, li allontana e li fa diventare nemici. Purtroppo qualche volta li trasforma anche in assassini.
A Novoli, il miracolo della comunità continua - nonostante le vicende non proprio allegre degli ultimi anni - grazie ad un simbolo. È come per i tifosi attaccati alla maglia. Uguale.
La maglia dei novolesi è la fòcara. Guai a chi gliela tocca. Cambiano le mode, le visioni, le persone, i progetti. Ma la fòcara non si muove di una virgola: rappresenta la speranza.
Non cambia mai lo spirito di fratellanza, l'unico vero vessillo che i novolesi potranno issare lassù in cima, alla fine dell'ultima catena umana che avrà posato la fascina che completerà il sogno di quest'anno.
Lassù in cima, il vessillo della comunità insieme con l'immagine del santo patrono. Con orgoglio. E il fuoco che brucerà tutto inviterà ognuno a ricominciare, tra un anno, a ricostruire di nuovo la grande fòcara: la comunità.