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L’attuale momento storico domanda ascolto e rinnovamento. “La politica non può restare sorda alle domande di sostegno in campo educativo, formativo e relazionale”, ha affermato il cardinale i nel Consiglio permanente della Cei, mentre si spengono le luci sullo scontro ideologico di Verona sulla famiglia.

La Chiesa, a sua volta, vive la consapevolezza e la scelta di essere rinnovata comunità missionaria con l’impegno di camminare assieme all’uomo contemporaneo, vivendo dinamicamente all’interno della società.

Il cristiano, infatti, è chiamato a occuparsi “dell’inserimento in un processo di crescita e dell’integrazione di tutte le dimensioni della persona nel cammino comunitario di ascolto e di risposta”, precisa mons. Michele Seccia nella sua recente Lettera Pastorale (n. 68) a proposito dell’impegno di portare l’annuncio del Vangelo nel mondo.

Tanto che ogni momento della quotidianità può essere la via attraverso la quale l’amore salvifico di Dio può rendersi presente mediante la proposta evangelica, che nelle nostre comunità, composte prevalentemente da battezzati, costituisce il “secondo annuncio”.

Naturalmente, condizione fondamentale è che la comunità ecclesiale realizzi un percorso religioso, sociale e culturale con l’uomo contemporaneo proponendo in modo autentico il messaggio cristiano come risposta esaustiva alle domande profonde del cuore umano.

Si tratta di passare da “una fede cristiana ricevuta in qualche modo come eredità” a un “risuonare del primo annuncio come parola di benedizione dentro le traversate della vita umana, prendendo forma e carne negli snodi fondamentali della vita” (Ibidem), sottolinea efficacemente l’arcivescovo leccese.

Il documento del presule precisa che ne derivano, di conseguenza, alcuni importanti e necessari orientamenti per procedere secondo la rotta pastorale diocesana.

In particolare: riformulare e “rivitalizzare i percorsi di educazione alla fede” e “verificare l’incidenza delle metodologie didattiche”, tenendo doverosamente in considerazione la presenza delle nuove forme e vari strumenti di comunicazione, per cui l’impegno missionario oggi deve essere realizzato con diligente responsabilità e opportune modalità comunicative.

E ricordando sempre, come afferma Papa Francesco, che nel nostro impegno “Dio non misura la quantità ma la qualità”.

 

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