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L’iniziativa dei “Dialoghi al pozzo”, destinata dalla Chiesa di Lecce a promuovere momenti d’incontro, riflessione e conversazione, arricchiti da significative testimonianze, si è dimostrata particolarmente intrigante.

È utile, pertanto, rimettersi in ascolto di alcune suggestioni e sviluppare alcune considerazioni.

Basti citare temi come il nuovo ruolo del giornalismo politico o le nuove modalità d’interdipendenza tra politica e comunicazione.

Anche perché studi e parte dell’opinione pubblica a volte attribuiscono l’allontanamento di diversi cittadini dalla politica proprio ad attività dei giornalisti, accusati di eccessivo legame con il potere e di un uso del linguaggio non accessibile a tutti.

Proprio su informazione e politica, con introduzione dell’arcivescovo mons. Michele Seccia che ha contestualizzato la scelta della Chiesa leccese nell’impegno di formare ai media, si è sviluppata la prima serata degli incontri “Intorno al Pozzo dell’antico Seminario per discutere di comunicazione”.

È intervenuto Francesco Giorgino, conduttore del Tg1, docente universitario e autore di alcuni testi sulla sociologia del giornalismo.

Come egli stesso rileva nel suo volume Giornalismi e società, il rapporto tra informazione e politica sta registrando un momento di intensa e crescente trasformazione.

Si è capovolta, innanzitutto, la correlazione tra l’obiettivo di far prevalere lo Stato sul mercato facendo primeggiare il principio del “più mercato e meno Stato” e ormai si privilegia l’assunto “”più finanza e meno economia”.

Si afferma poi sempre più un’intensa dinamica, anzi proprio un aggrovigliamento, tra politica ed economia rispetto a cultura e informazione (cfr. p. 177).

Nella duplice veste di responsabile della gestione della redazione politica del Tg1 e di studioso della comunicazione e del marketing, a Lecce egli ha offerto una propria chiave interpretativa.

Ed ha evidenziato sia il processo della trasformazione della comunicazione in politica sia l’evoluzione della trasformazione della politica in comunicazione.

Con un rapporto d’interdipendenza funzionale tra i mezzi di comunicazione di massa e il sistema della gestione della cosa pubblica.

Un’oggettiva distorsione rispetto ai passati sistemi comunicativi.

Le considerazioni del brillante e profondo esperto inducono, quindi, a sviluppare riflessioni sulla responsabilità dei giornalisti, che dai nuovi media colgono la possibilità di costatare il pericolo che sia indebolita la loro autorevolezza, che non si possano approfondire i contesti degli eventi per l’eccessiva concisione narrativa, che la brevità, caratteristica del web, mortifichi riflessioni approfondite e necessari riferimenti ai contesti.

Intanto, annota Francesco Giorgino, ormai: “Accade il processo trasformativo: non più la comunicazione diventa politica, ma la politica diventa comunicazione”.

 

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