La preghiera-messaggio dell’Arcivescovo al termine della solenne, affollata e riuscita processione del Corpus Domini può essere riletta inserendola all’interno della spiritualità eucaristica della nostra gente e può essere addirittura interessante collegarla ad alcuni riferimenti dello straordinario Congresso Eucaristico Nazionale di Lecce del 29 aprile-6 maggio 1956.
Emergono diversi elementi comuni. Naturalmente, tenendo molto presente la notevolissima differenza del linguaggio e della situazione ecclesiale e socioculturale.
Risulta, pertanto, interessante segnalare che, come nel Messaggio trasmesso in diretta radio Papa Pio XII parlò di “ottima riuscita del Congresso” nella “Lecce, Atene delle Puglie, Firenze del Mezzogiorno… per l’antichità e lo splendore della sua storia… con il merito di conservare l’antico volto e cuore cristiano”, la celebrazione di domenica scorsa è stata incastonata da mons. Seccia nel contesto “di questa città ricca di bellezza, traboccante di storia e di arte… Abbiamo ammirato i palazzi, le chiese, i monumenti che ci raccontano la laboriosità di questo popolo...”.
Così come, sia pure nella forte diversità dell’approccio teologico e del lessico, risultano interessanti i comuni riferimenti del presule e delle relazioni ufficiali degli Atti del Congresso, al quale parteciparono “500.000 persone nella trionfale Giornata conclusiva”.
Si possono citare, ad esempio, i temi proposti da mons. Seccia e alcuni approfondimenti della grandiosa manifestazione, alla quale parteciparono quattro cardinali, tra i quali il futuro Papa Giovanni XIII, una settantina di vescovi, e intervenne con messaggi ufficiali pure l’allora Prosegretario Montini.
Si può fare riferimento al rapporto tra Eucaristia e Famiglia (relazione dell’on. Enrico Medi), Sacerdozio ed Eucaristia (relazione di Padre Raimondo Spiazzi), il dovere dei responsabili della cosa pubblica di promuovere le possibilità lavorative: “il lavoro deve essere il protagonista, il destinatario degli sforzi dei governanti sul piano della politica economica”, disse l’on. Giuseppe Pella.
Si può, persino, accostare il riferimento di mons. Seccia al servizio umile e generoso rappresentato dall’allegoria del grembiule con l’espressione congressuale della presidente nazionale delle Donne di Azione Cattolica: ”servire gli altri… sino al sacrificio di sé, se occorre” (relazione della dott. Carmela Rossi).
Evidente, quindi, che, come ha rilevato l’arcivescovo, la solenne testimonianza pubblica del Corpus attesta il cammino di fede e convinto impegno della Chiesa di Lecce “popolo che ancora oggi raccoglie un’eredità di fatica, di sacrifici, d’impegno, ma anche di cultura, tradizione, di cristianesimo”.