Un traguardo. Una ripartenza. Un obiettivo raggiunto. Tanta saggezza e generosità ancora da seminare. Nel giorno del compleanno di don Antonio Caricato è festa per tutta la Chiesa di Lecce.
Ecco perché diversamente dagli altri anniversari, solitamente ricordati soltanto sui social, Portalecce vuole dedicargli un'attenzione in più. E rinnovare un corale attestato di stima e di gratitudine ad un uomo-sacerdote che ha fatto della sua vita un totale regalo a Cristo e alla Chiesa.
A Squinzano oggi lo festeggeranno. E non solo la comunità parrocchiale alla quale ha donato la vita per oltre quarant'anni e che ancora oggi lo ricorda con affetto e continua ad amarlo con infinita riconoscenza. Lo omaggeranno anche in municipio perché don Antonio è ed è rimasto più che un cittadino onorario da pergamena ingiallita: insieme a tanti altri protagonisti della vita cittadina - dagli anni '70 in poi, nell'immediato post-concilio che coincise con il tempo della contestazione - ha scritto la storia di Squinzano. E si è distinto per la profezia della carità lasciando - anticipatore di epocali cambiamenti - tanti segni nel sociale e contribuendo al risveglio e alla trasformazione di una società locale che usciva dall'età contadina per affacciarsi timidamente ai primi bagliori della post-modernità.
E anche dopo il suo addio dieci anni fa - grazie all'intelligenza, alla lungimiranza e alle attenzioni dell'arciprete suo successore - il cordone è rimasto intatto. Segno di una fedeltà reciproca tra lui e gli squinzanesi che né il tempo, né le distanze potranno mai tagliare. In tutte le occasioni di gioia, ma anche anche in quelle più tristi, don Nicola Macculi lo ha voluto sempre al suo fianco e, simbolicamente, sempre alla testa di quella comunità che non ha mai smesso di volergli bene.
Sabato poi, lo festeggeranno a San Pietro in Lama. Dove è tornato dieci anni fa eleggendo le sue stesse radici a suo definitivo "buen retiro". Ha ricominciato un'altra vita, un servizio diverso, insolito ma fecondo: propriò lì da dove tutto era iniziato. Nel nascondimento, nella preghiera e a braccetto con l'età che avanza la sua città natale lo ha riscoperto porto sicuro, saggio consigliere, modello di vita cristiana e sacerdotale.
Più volte l'arcivescovo Michele Seccia lo ha ringraziato per ciò che ha rappresentato don Antonio per la Chiesa di Lecce. I vescovi Minerva, Mincuzzi e Ruppi hanno potuto raccogliere dall'albero i frutti migliori delle sue qualità umane e sacerdotali e delle sue competenze teologiche, giuridiche e pastorali. Tutti, anche D'Ambrosio e Seccia, hanno potuto gustare il sapore generoso della sua saggezza e del suo immenso spirito di fedeltà, di obbedienza e di servizio al vangelo.
Per questo oggi gli auguri per don Antonio Caricato assumono un senso ancor più profondo. Quello della gratitudine e della preghiera. Vita e salute lo accompagnino ancora a lungo perché la sua testimonianza continui a spargere nella comunità diocesana semi fecondi di speranza.