Qualcuno allarga le braccia e strilla compiaciuto oggi abbiamo abolito la povertà. Altri gridano al complotto e puntano il dito verso l’invasore. E le folle applaudono, mostrano di gradire, chiudono gli occhi dinanzi alla triste verità. Che è ben altra.
La preghiera-messaggio dell’Arcivescovo al termine della solenne, affollata e riuscita processione del Corpus Domini può essere riletta inserendola all’interno della spiritualità eucaristica della nostra gente e può essere addirittura interessante collegarla ad alcuni riferimenti dello straordinario Congresso Eucaristico Nazionale di Lecce del 29 aprile-6 maggio 1956.
Confesso che commentare le tracce della maturità è compito tutt’altro che facile, a cominciare dal fatto che si fatica a orientarsi tra le mille informazioni che escono in proposito.
L’iniziativa dei “Dialoghi al pozzo”, destinata dalla Chiesa di Lecce a promuovere momenti d’incontro, riflessione e conversazione, arricchiti da significative testimonianze, si è dimostrata particolarmente intrigante.
Molti, anche fra noi, hanno paura degli immigrati. La paura è comprensibile, perché il diverso è sconosciuto e conseguentemente genera immagini confuse; ma basta fare un poco di attenzione per accorgersi delle grandi risorse che derivano dall’incontro con l’altro, anche quando questi giunge da lontano.
Un grande sociologo contemporaneo, Z. Bauman, visitando Berlino, rimase colpito e si fermò in silenzio a meditare su poche parole che un anonimo pennello aveva tracciato sul famoso muro che divideva in due parti la città.