Domenica 7 ottobre si terrà a Taurisano, presso la chiesa Santi Martiri G. Battista e M. Goretti, una messa in memoria di Mirella Solidoro in occasione del 19° anniversario della sua morte, presieduta da S. E. Mons. Michele Seccia.
Di Mirella Solidoro, con il nulla osta della Conferenza Episcopale Pugliese in data 15/12/2007 (Prot. n. 30/07) e con la comunicazione della Congregazione per le Cause dei Santi del 31/01/2008 (Prot. n. 2818-1/08) è iniziato l’iter per la Causa di Canonizzazione.
Mirella ha conosciuto fin da piccola la sofferenza e la malattia che l’hanno accompagnata per tutta la vita. Ha solo 9 anni quando continui e forti mal di testa la tormentano a tal punto da costringerla a richiedere l’aiuto dei medici che le diagnosticheranno e ahimè cureranno una errata sinusite frontale, si penserà poi sia vittima di esaurimento nervoso e, solo dopo un pellegrinaggio in vari ospedali, arriverà il responso giusto e impietoso: disgerminoma ipotalamico, un tumore congenito non asportabile perché troppo esteso e in una sede delicata.
Nonostante i medici siano convinti che le rimangano pochi mesi di vita, Mirella vivrà ancora per circa 20 anni, morendo nel 1999.
Mirella aveva l’abitudine di scrivere, come in una sorta di diario, la sua esperienza di vita e di dolore; l’arrivo della cecità le toglierà questo piacere, ma permetterà di far rimanere a noi la sua voce oltre che i suoi scritti. Generosa donatrice d’amore e sempre paziente nella sofferenza, non si opporrà mai a coloro che, andandola a trovare, la registreranno.
Mirella, durante i giovedì di quaresima, da luglio 1987 ad agosto 1999, affermava di ricevere dei messaggi da parte del Signore e della Madonna, comunicandoli ai più intimi che li trascrissero e li consegnarono alla madre che li rese pubblici solo dopo la morte della figlia.
Mirella nutriva sin da piccola il desiderio di farsi suora, ma l’arrivo della malattia le fece temere di non poter realizzare questo suo desiderio finché, in una delle apparizioni di Gesù, che l’ammalata considerava non insolite, il Figlio di Dio le ripetè più volte la parola “Marcellina”. Nel 1982 la marcellina suor Margherita si presentò a casa sua accompagnata da un sacerdote; Mirella disse: “L’aspettavo”. Qualche tempo dopo chiese di essere consacrata come laica, poiché la sua malattia non le permetteva una vita conventuale assidua.
Quando morì, il 4 ottobre 1999, la madre Paola esaudì il suo desiderio di essere vestita con l’abito bianco delle suore ospedaliere.