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Era il 24 giugno 2006! Le campane suonavano a festa in una splendida giornata di sole per annunciare una grande gioia alla Chiesa particolare di Teramo-Atri: Papa Benedetto XVI, a pochi mesi dall'improvvisa scomparsa dell'arcivescovo Vincenzo D'Addario (avvenuta il 1º dicembre 2005, mentre recitava le lodi mattutine, nella cappella dell'episcopio aprutino) vissuto con noi circa tre anni, succeduto al vescovo Antonio Nuzzi, e ci donava un nuovo pastore, mons. Michele Seccia, già vescovo di San Severo.

 

 

Era un sabato già intriso di profumi autunnali e pervaso da intense emozioni e svariati pensieri che volavano alto in cerca di risposte al... che accadrà? Come sarà? Cosa ci chiederà?

Nei giorni a seguire, i nostri animi colpiti ma, forse, anche intimoriti dal suo entusiasmo e dal suo desiderio di voler cambiare un abituale modo di lavorare, erano dominati da perplessità e stupore di fronte a questo nuovo pastore pronto ad ingranare la marcia per riavviare il cammino... un vero vulcano di idee e proposte sposate, una per una, con impegno e fedeltà.

Si è preso cura di ciascuno e noi tutti, piano piano, abbiamo imparato a riconoscere in lui non solo l'autorità, ma quell'autorevolezza che ci ha dato fiducia e che non è mai stata un'imposizione quanto il frutto di una testimonianza quotidiana che non ha fatto ricorso alle parole. Fino a far rivivere nei nostri cuori il monito costante di San Francesco ai suoi frati: predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole... ma il vescovo Michele in quegli undici anni non ne ha avuto bisogno!

Ognuno ha compiuto un grande passo in avanti, nessuno è rimasto a guardare perché tutti travolti dal vortice della sua intraprendenza che, se inizialmente, sembrava pura follia, oggi è consapevolezza di una grande svolta per la nostra Chiesa particolare.

L'accoglienza, la disponibilità, l'umiltà, la sincerità... tutte qualità che gli appartenevano perché indissolubilmente congiunte al filo d'oro di una preghiera costante vissuta nella quotidianità della sua cappella ma anche e soprattutto nella e con la comunità.

Così siamo cresciuti... abbiamo detto 'sì' alle sue proposte non solo per obbedienza, ma perché colpiti da una testimonianza forte ed incisiva che ha fatto davvero vibrare l'anima a chi la nostra diocesi l’ha amata da sempre.

Ha subito compreso come la nostra Chiesa avesse bisogno di condividere un percorso comune, frutto anche degli innumerevoli carismi presenti nella compagine variegata degli uffici pastorali, dei movimenti e delle aggregazioni laicali, finora troppo dispersiva e, per questo, poco produttiva. Ed ha ricucito pazientemente, con un filo sottilissimo, la trama ideale tra il clero ed i laici fino a tessere l’esperienza del percorso assembleare con gli organismi di partecipazione, giunture fondamentali nell’articolazione del Corpo ecclesiale, raccordo indispensabile tra il muoversi e l’operare di parti e componenti pur avendo, ognuna, fisionomia ed autonomia proprie e precise.

Siamo così saliti, con il vescovo Michele al timone, sulla barca di Pietro per iniziare, con la sua guida apostolica, una nuova navigazione orientati da una bussola, il cui ago non individuava i punti cardinali, ma si allineava verso riferimenti nuovi e originali per l’evangelizzazione... le cinque parole! Indispensabili per poter approdare, nonostante il vento e la tempesta, nel porto sicuro! Esse ci hanno insegnato l’importanza della comunità che si realizza nella comunione, quale dono di Gesù alla sua Chiesa, frutto della celebrazione dell'Eucaristia, concretizzazione dell'unità operata dallo Spirito Santo, attraverso il battesimo e gli altri sacramenti ricevuti.

Una navigazione spedita attraverso un esercizio della corresponsabilità, condizione essenziale per la visibilità della comunione e per la vita della comunità. E salpando, di porto in porto, abbiamo acquisito la consapevolezza della necessità di una formazione organica, sistematica ed unitaria che il nostro pastore ha curato personalmente, trovando tempo per tutti, a partire dai catechisti e dagli educatori che ha amato da subito, senza dimenticare le famiglie e i giovani. Esperienze forti vissute all’insegna della comunicazione al fine di contribuire a mantenere sempre vivo il senso di appartenenza ad una comunità lievitata con il Vangelo della gioia.

 

 

Forum Famiglie Puglia