0
0
0
s2sdefault

Nel deserto, Antonio Abate sperimenta la solitudine. Dal deserto, il santo della Tebaide ci insegna come imparare a cercare un equilibrio nel saper stare soli e non sentirci soli. (GUARDA)

 

 


Perché, lo sappiamo bene, ci si può sentire assolutamente soli, anche in mezzo alla compagnia più rumorosa e vociante così come possiamo sentire, invece, una ricchezza di legami umani anche in condizioni di isolamento assoluto
La solitudine è un problema del nostro tempo. Essere soli e sentirsi soli non sono la stessa cosa.
Occorre, quindi, distinguere lo stato di solitudine dal sentimento di solitudine nelle varie forme che esso può assumere.
Tuttavia, nella storia del nostro Abate, il deserto è il luogo privilegiato per temprarsi nella solitudine e incontrare Dio. Il deserto comporterà la ricerca dell'umiltà, del distacco, dell'austerità, del silenzio, della vita nascosta e della dimenticanza di sé. Non per mera opposizione al mondo, ma per manifestarsi davanti ad esso. Tutto ciò che è necessario"(Lc 10,42), che è la contemplazione delle realtà divine, e di imitare la vita di Gesù Cristo come preghiera solitaria in luoghi desertici.
Nel deserto, come Gesù, Sant’Antonio, che ha rinunciato alla famiglia, alle ricchezze, agli affetti e a se stesso, per dedicarsi alla solitudine e alla preghiera, subirà una dura lotta da parte del demonio, come Gesù Cristo nel deserto della Giudea cercando di praticare con successo la vita celeste e percorrere la via del regno dei cieli.

 

 

 

 

Forum Famiglie Puglia