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Il 21 aprile, nella IV Domenica di Pasqua, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

 

 

Essa “ci invita, ogni anno, a considerare il dono prezioso della chiamata che il Signore rivolge a ciascuno di noi, suo popolo fedele in cammino, perché possiamo prendere parte al suo progetto d’amore e incarnare la bellezza del Vangelo nei diversi stati di vita". (Francesco, Messaggio per la 61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, Roma 19 marzo 2024).

L'Ufficio diocesano di pastorale vocazionale, accogliendo l’invito di Papa Francesco, intende proporre di approfondire la comprensione dell’essenzialità della vocazione cristiana quale senso della vita di ogni persona, chiamata indistintamente a imparare a farsi prossimo mediante la creazione di legami solidali, per sperimentare in questo modo l’amore di Dio e la sua presenza salvifica.

In questo senso, accanto all'animazione nelle singole comunità parrocchiali, si proporrà, come ogni anno, in collaborazione con l'Apostolato della preghiera della diocesi il ritrovarsi degli aderenti al Monastero invisibile presso la Basilica di San Domenico Savio a Lecce per un momento di adorazione eucaristica presieduto dall'arcivescovo Michele Seccia, martedì 23 aprile alle 16,30. L'incontro di preghiera è ovviamente aperto a tutti coloro che vogliano partecipare.

In un mondo, dove sembra prevalere la frammentazione e la solitudine, dove prende piede la fredda ed effimera social-comunicazione, Cristo è la sola risposta per Fare casa, e toccare così il cuore ferito e troppo spesso senza speranza dell’uomo d’oggi.

Come chiede Papa Francesco occorre creare casa mediante “legami che si costruiscono con gesti semplici, quotidiani e che tutti possiamo compiere” […]. “perché sentiamo efficace la carezza di Dio che ci rende possibile sognare il mondo più umano e, perciò, più divino” (Cf. Francesco, Christus vivit, 216-217).

Un invito questo, per poter sperimentare con la preghiera la vera fraternità, andando incontro alle esigenze giovanili di vita comune, e appassionarsi al Signore della vita scorgendolo “eucaristicamente” nel volto del prossimo bisognoso del suo amore.

Lo stesso Cammino Sinodale ci sta aiutando a costruire cantieri rivolti alla ricerca di risposte da offrire alla Chiesa e di condizioni che permettano di portare a tutti la gioia del Vangelo. Una Chiesa che nei suoi Pastori “a volte si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo, altre volte starà semplicemente in mezzo a tutti […] e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro e - soprattutto - perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade”. (EG 31)

La vocazione ha bisogno però di trovare uno spazio accogliente per nascere, crescere e maturare. Creare casa è un invito rivolto a tutti, Chiese, comunità, parrocchie, presbiteri, famiglie, monasteri affinché, individui e società, siano sempre più degli spazi capaci di quell’accoglienza cordiale e libera che fa crescere la vocazione, terreno fecondo di nuove vocazioni.

La vocazione è chiamata avere il volto di Cristo Buon Samaritano affinché diventi capace di spendersi come lui per gli altri, per lenire le piaghe di questa umanità sempre più bisognosa di trovare, comprendere e ottenere la vera pace.

 

 

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