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Una cattedrale traboccante, ha accolto a San Severo l’arcivescovo Michele Seccia, tornato dalla sua prima sposa per rendere grazie al Signore per il 25° anniversario dall’ordinazione episcopale.

 

 

 

Due mezze giornate di fede e di lode ma anche di emozioni: un tuffo nel passato e nella memoria. Iniziato con la celebrazione dell’eucarestia e continuato con l’abbraccio di sacerdoti e fedeli, di preti ammalati e di persone anziane che un quarto di secolo fa hanno accompagnato i primi anni del vescovo Seccia, giovane prete di Barletta, per la prima volta catapultato in una terra nuova non più da parroco ma da successore degli Apostoli.

Commovente l’abbraccio con il quale il vescovo Giovanni Checchinato, unitamente al presbiterio e a tutta la comunità diocesana accorsa in cattedrale per la lieta ricorrenza, hanno dato all’arcivescovo di Lecce, tornato nella terra che ha visto muovere i primi passi da vescovo, 25 anni fa.

Una sola parola per sintetizzare ciò che egli ha vissuto nelle due brevi giornate: grazia. Grazia che si fa memoria viva ed esperienza sacramentale nello stare insieme uniti attorno alla mensa eucaristica e della Parola, ha detto il presule leccese nell’omelia, ricordando anche i tanti, sacerdoti e laici, che negli anni dell’episcopato sanseverese lo hanno aiutato ad essere collaboratore della gioia di tutta la chiesa diocesana.

Due consegne al termine della celebrazione, la prima è quella di conservare l’unità come l’acqua e il vino che il celebrante versa nel calice all’inizio della liturgia eucaristica, immagine di ciò che deve essere la Chiesa; la seconda è l’atto di affidamento alla Vergine Maria del Soccorso e a San Severo (vescovo e patrono della città). La celebrazione si è conclusa con il dono da parte della comunità, per le mani del suo vescovo Giovanni Checchinato, di un’icona scritta dai monaci del monastero di Pulsano raffigurante l’arcangelo Michele, chiamato ad intercessore e protettore delle due diocesi sorelle (San Severo e Lecce) e del camice che il presidente ha indossato per la celebrazione. Un abbraccio arrivato nell’ultimo istante prima della benedizione, ha commosso il vescovo Seccia, era quello di Ciciotto, volto noto a San Severo, assidua presenza della cattedrale e suo fedele “tifoso” negli anni dell’episcopato nella diocesi della capitanata.

Con il canto del Jubilate Deo si è conclusa questa celebrazione, con il canto a Dio che si è concretizzato nell’abbraccio dei fedeli per l’amato pastore.

La mattinata di ieri è stato un prolungamento dell’eucarestia che si è fatta preghiera sulla tomba del Venerabile don Felice Canelli, sacerdote santo, novello don Bosco, vicino ai giovani bisognosi.  Fu l’arcivescovo Seccia nel 2000 a rendere noto a tutti i vescovi della Puglia il suo intento di voler aprire l’inchiesta diocesana per l’accertamento delle virtù eroiche di don Felice. Il 13 aprile 2006, Giovedì Santo, durante la messa crismale, fu ancora Seccia a comunicare di aver inoltrato alla Santa Sede la richiesta del nulla osta per poter iniziare il processo diocesano. Il decreto di approvazione arrivò il 22 giugno 2006.

Ma ieri mattina, l’eucarestia si è fatta incontro con sacerdoti e laici, anziani e ammalati cui Seccia con grande umiltà e generosità ha voluto offrire frammenti di gioia prima di riprendere la strada del ritorno verso Lecce.

*ha collaborato Antonio De Nanni

 

 

 

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