Dopo due anni di assenza forzata a causa delle restrizioni legate alla pandemia, l’Azione cattolica diocesana ha potuto finalmente ritrovarsi ieri a Roca per il tradizionale appuntamento di fine associativo, nella pineta del seminario estivo.
Uno dei tratti paesaggisticamente più belli di tutta la costa salentina, ma anche uno dei luoghi più significativi, di quelli che hanno segnato gli ultimi decenni di storia della Chiesa di Lecce e dell’Azione cattolica.
E l’entusiasmo è stato veramente toccato con mano dai tanti gruppi che, a partire dalla mattina e nonostante una insolita foschia che ha reso unico il panorama, hanno iniziato ad animare la giornata, scandita dai diversi momenti pensati dalla presidenza diocesana. Dopo la preghiera iniziale guidata da don Cosimo Marullo, assistente diocesano per l’Acr, che ha richiamato ancora il tema dell’anno associativo invitando a mantenere sempre lo sguardo “fisso su Gesù”, le diverse attività specifiche per i settori hanno coinvolto i tanti ragazzi, giovani e adulti presenti. Che si sono poi ritrovati nel pomeriggio, dopo il pranzo in condivisione, per un momento da vivere invece unitariamente.
Centro della festa è stata, come ogni anno, la celebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia. In particolare, nella sua omelia il pastore ha ringraziato i tanti responsabili ed educatori di Azione cattolica per la loro presenza costante nelle parrocchie, accanto ai sacerdoti e al servizio delle comunità: “Grazie perché ci siete - le parole dell’arcivescovo - e vedendo la gioia che provate stamattina, vi invito a conservare sempre la gioia della fede, l’allegria del ritrovarsi insieme, l’esperienza del fare vera comunione”.
Nel ringraziare a sua volta l’arcivescovo, la presidenza diocesana ha poi voluto sottolineare che la scelta di incontrarsi e festeggiare la fine dell’anno associativo (che in ogni caso continua con le tante attività formative estive) proprio nel giorno della Festa della Repubblica vale a ricordarci che l’impegno e la testimonianza dei cristiani richiedono sempre, oggi forse con ancora maggiore perseveranza, di incarnarsi lungo le strade delle nostre città e del nostro Paese.