All’inizio della messa in memoria della visita di San Giovanni Paolo II alla città e alla Chiesa di Lecce, presieduta ieri sera in cattedrale dal card. Stanislaw Dziwsz, l’arcivescovo Michele Seccia ha recato il suo personale indirizzo di saluto al porporato polacco. Ecco il testo integrale.
Dopo la celebrazione eucaristica al cimitero, nel pomeriggio di ieri, l’arcivescovo Michele Seccia ha presieduto la santa messa nella cattedrale in suffragio dei vescovi defunti della Chiesa di Lecce.
Come da tradizione, ieri 2 novembre, in occasione dell’annuale Commemorazione dei fedeli defunti, l’arcivescovo Michele Seccia si è recato presso il cimitero di Lecce dove, sul piazzale antistante la chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, ha presieduto l’Eucaristia.
La felice circostanza del centenario di presenza e di apostolato delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico nella comunità cittadina di San Pietro Vernotico mi riempie di gioia e, come pastore di questa amata Chiesa di Lecce, mi spinge a fare memoria di una storia e di una vicenda che hanno il profumo del soprannaturale, come soprannaturale è ogni missione che, ispirata alle pagine del Vangelo, nasce dal cuore e dalla mente dei Santi.
È successo un’altra volta. Questa volta in ospedale, nelle cappelle del “Fazzi” e dell’Oncologico “Giovanni Paolo II”. In quest’ultimo caso è stata profanata l’Eucarestia: ignoti hanno portato via dal tabernacolo la pisside con le ostie consacrate.
Il ventisettesimo anniversario della sua ordinazione episcopale, Padre Michele, giunge in un tempo tanto strano e particolare quanto nuovo e inedito per la nostra Chiesa di Lecce e per la sua vita di pastore.