“Quanto dolore e quanta fatica, il cuore scoppia. Perdonaci, ma soprattutto perdonami piccolo fratello, per la mia incapacità di guardare oltre, per le mie omissioni”.
“Dal cielo, dove sarai, come angelo di luce, donaci un tuo sorriso, consola il cuore della tua mamma e di chi ti ha voluto bene, intercedi per noi, perché liberi dal giudizio facile sugli altri, impariamo a ritrovare sguardi di comprensione e di bene”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, che ha benedetto la salma del piccolo trovato morto nella culla termica a Bari. Alla presenza anche del sindaco, alla fine del rito presso il cimitero di Bari, si è convenuto chiamare la piccola salma con il nome di Angelo.
Rivolgendosi direttamente al piccolo, in una breve riflessione omiletica (LEGGI IL TESTO INTEGRALE), il presule ha sottolineato che “è tempo di dolore, di silenzio e di preghiera”. “Piccolo fratello, piccolo figlio d’uomo senza nome, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite, ti scrivo portando il dolore di una città e di una comunità ecclesiale, di tanti operatori sanitari e di tanti uomini e donne che hanno saputo della tua vicenda - ha proseguito mons. Satriano -: preghiamo per te, avvertendo nel cuore una sofferenza infinita. Possa questa preghiera riscaldare il tuo cuore. Possa questa preghiera essere balsamo di consolazione per la tua mamma, che per nove mesi ti ha atteso, tra tante fatiche e paure. Possa questa preghiera divenire per noi umile richiesta di perdono”.
Poi un pensiero per la madre: “Avremmo voluto […] consolare il tuo pianto, ma non c’eravamo; avremmo voluto alleviare le fatiche del cuore di tua madre, aiutandoti a vivere, ma non siamo stati capaci di impedire la tua morte”. E, ancora, rivolgendosi al piccolo: “Mentre ti scrivo, provo a immaginare il tuo corpicino adagiato nella bara e avverto un desiderio, che penso sia anche di tanta gente: ti consegniamo alle braccia del Signore che saprà, col suo sguardo tenero e profondo, donarti pace e gioia sussurrando al tuo cuore: ‘Non piangere’”.
“Sì, è così che immagino Gesù accanto a te, proteso con la sua sconfinata tenerezza a cullarti, cantandoti una dolce ninna nanna - la convinzione dell’arcivescovo -: il Signore Gesù ti accolga e la Vergine Madre ti custodisca col suo manto. Gli Angeli cantino per te. Riposa in pace piccolo fratello, piccolo figlio d’uomo senza nome, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite”.