Dopo aver deposto, con il sindaco Adriana Poli Bortone e con il sindaco dei bambini, il Bambinello nell’artistico presepe realizzato nell’anfiteatro dall’amministrazione comunale, l’arcivescovo Michele Seccia ha presieduto in cattedrale la messa della notte di Natale.
La veglia di Natale non è solo una celebrazione liturgica, ma anche un momento di profonda esperienza di comunione.
La cattedrale, cuore della diocesi e centro di tutta la vita liturgica, si trasforma in luogo di spiritualità e raccoglimento, accogliendo fedeli di tutte le età e provenienze per celebrare la solennità del Natale.
Nell'omelia della messa nella notte, Seccia ha sottolineato l'importanza che deve avere nella nostra vita la rivelazione del mistero del Verbo che si è fatto carne. “Se ci alleniamo a cogliere le ‘sorprese’ di Dio – ha spiegato -, capiamo che questa è una di quelle esperienze più forti, più radicali, che ci invita a scoprire cosa c'è dentro di noi. Che reazione avviene nel nostro intimo? È tradizione? È meraviglia? È abitudine?”.
“Quando contempliamo il Bambino che è nato - ha proseguito l’arcivescovo -, noi stessi entriamo nel mistero di Dio. Come viviamo questo momento che ci riguarda personalmente?”
Il pastore ha poi invitato a sperimentare un incontro intimo e personale con Dio “riscoprendo la forza che Cristo esercita in ciascuno di noi nel dirci: ‘ma tu credi in me?’. Dio dà senso alla nostra vita e celebrare il Natale significa ritornare alla nostra origine, ricordare che la nostra fede non è fatta di abitudini ma di un incontro continuo e permanente col Verbo che si fa carne”.
Infine, l'augurio che ha rivolto ai fedeli presenti in cattedrale: “Cerchiamo di sentire quella spinta che ci dà la fede, chiedendo allo Spirito Santo di poter avere la certezza dell'incontro con Lui”.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.