L’ultima bugia, la più grande, così difficile da spiegare, ha portato Diana Biondi, 27 anni, fuoricorso alla triennale in Lettere moderne all’Università di Napoli, sul terrazzo da cui si è lanciata sul piazzale sottostante. A causa del fallimento universitario.
Giovani universitari suicidi: negli ultimi tre anni almeno una decina di casi. Gli studenti intervistati dal blog scuola.net, affermano: “Troppa pressione e nessun supporto”. Sono storie di giovani che non riescono a soddisfare gli standard che avrebbero voluto raggiungere. Secondo Unione degli universitari, il sistema di istruzione sottopone gli studenti a continuo stress isolando chi si trova in difficoltà. Negli ultimi tempi, forse anche per l’effetto della pandemia, che ha amplificato il malessere psicologico dei più giovani, i numeri stanno crescendo.
Il portale Skuola.net, che da sempre segue questo tema raccogliendo puntualmente i casi di universitari che si suicidano (o tentano di farlo) per motivi di studio - perlomeno quelli che balzano alle cronache - ha notato che la media annuale di questi episodi sta crescendo: da circa uno-due casi l’anno, dal lockdown in poi si è arrivati anche a quattro casi accertati nel solo 2022. Solamente nell’ultimo triennio si parla di una decina di morti. In uno scenario che vede crescere i suicidi tra i giovani anche complessivamente: nel 2021 il 12% dei decessi in età compresa tra i 15 ed i 29 anni è da attribuirsi a un gesto estremo.
Tra quelli più recenti, ha fatto scalpore quella di Riccardo, il 26enne della provincia di Padova che lo scorso novembre, a bordo della sua auto, si è andato a schiantare volutamente contro un albero lo stesso giorno in cui avrebbe dovuto laurearsi in scienze infermieristiche; peccato che all’università la sua discussione non era prevista. Perché il peso delle bugie, che in molti adottano per allentare la pressione e allontanare domande scomode, può diventare letale. E accomuna tante altre storie.
Come quella del 23enne di origini abruzzesi che solo poche settimane prima, a inizio ottobre 2022, è stato ritrovato cadavere nel fiume Reno, a Bologna: anche lui aveva annunciato alla famiglia la data della laurea, ma era ben distante dalla fine del suo percorso; da qui l’estremo gesto. Serve prevenire, serve costruire un sistema accademico ed universitario in grado di insegnarci che non siamo numeri ma persone. Una fragilità emotiva, quella delle nuove generazioni, che è stata pesantemente accentuata dall’isolamento generate dalla pandemia e dalle incertezze del post emergenza. Per questo, all’indomani dell’ultimo tragico caso, il ministro dell’Università e della Ricerca Bernini ha chiesto di accelerare per portare in tutte le università, oltre a quelle in cui già esistono, degli sportelli di ascolto e supporto psicologico a disposizione delle ragazze e dei ragazzi.
Molto significativa la lettera aperta del sottosegretario all’università: “Non ritengo che il nostro sistema universitario, anch'esso imperfetto, sia la causa di tale malessere e la ricerca dell’eccellenza rimane un valore, se intesa come impegno alla valorizzazione del proprio talento. Credo invece che in questi anni si sia stati carenti nel fornire ai ragazzi gli strumenti per questa valorizzazione. Vi è un approccio ancora miope all’orientamento, concepito come un momento estemporaneo, relegato per lo più alla conclusione di un ciclo scolastico, anziché essere considerato come un fattore costante durante la scuola prima e l’università poi”.
Il primo sostegno, però, non dimentichiamolo mai, è quello della famiglia.