La parrocchia di Gesù Liberatore di Canosa di Puglia, assieme all’Oratorio circolo Anspi “San Giovanni Bosco”, all’Ufficio di pastorale sociale, del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato della diocesi di Andria, al Rotary Club e al Rotaract Club di Canosa di Puglia e con il patrocinio del comune di Canosa di Puglia, organizza la prima edizione di “Semi di legalità”.
L’iniziativa intende sensibilizzare la comunità a riflettere sul tema della legalità, partendo dalla valorizzazione delle vittime innocenti della mafia. Secondo gli organizzatori, l’idea è quella di riproporre l’evento anche nei prossimi anni, dedicando ogni edizione ad un personaggio diverso vittima di associazioni criminali di tal guisa.
Per il 2024, la parrocchia di Gesù Liberatore accoglierà la reliquia di Rosario A. Livatino, magistrato ucciso nell’agrigentino nel 1990, a soli 37 anni e dichiarato beato da Papa Francesco nel 2021.
“La camicia insanguinata che - ricorda il parroco, don Michele Pace - il ‘giudice ragazzino’ (chiamato così dalle cronache) indossava al momento della sua uccisione potrà dunque essere venerata per tre giorni, da martedì 21 a giovedì 23 maggio”.
Diversi saranno gli appuntamenti a corollario della presenza della reliquia, che sarà deposta in chiesa stasera 21 maggio e mostrata alle scolaresche nel corso delle mattine di domani e del 23 maggio. Nello specifico, nel pomeriggio di mercoledì 22, a partire dalle 18.30, Domenico Airoma, procuratore capo di Avellino e autore del libro “Rosario Livatino: il giudice santo”, dialogherà sul tema con Paolo Farina, scrittore e dirigente scolastico. Nel contempo, saranno premiati i ragazzi delle classi delle scuole di I e II grado di Canosa che hanno partecipato al concorso bandito per l’occasione.
Giovedì 23 maggio, invece, dopo la santa messa delle 18 presieduta dal vicario generale della diocesi di Andria, don Domenico Basile, e prima dello spettacolo teatrale delle 20 dal titolo “Come ho conosciuto Rosario Livatino”, che si terrà sempre nei locali della chiesa di Gesù Liberatore, vi sarà la deposizione di fiori in memoria di Giovanni Falcone, nonché della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, presso la stele nella via a lui dedicata, in occasione del 32° anniversario della sua morte.
“Il passaggio nella comunità canosina - conclude don Michele -, per quanto simbolico e spirituale, di un personaggio così rilevante per la storia italiana qual è Rosario Livatino, esempio tangibile della lotta alla criminalità organizzata tanto da avere premi di livello nazionale dedicati alla sua figura, non deve passare inosservato. In un territorio recentemente funestato da gravi fatti di cronaca, enti e associazioni - già sensibili alla lotta - si sono uniti per divulgare il suo lascito: un messaggio utile a creare e infondere speranza”.