Nel 10° anniversario della Banca del latte umano donato (Blud) “Allattiamolavita” dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, è stato record donazioni di latte rispetto all’anno precedente, nonostante la pandemia di Covid-19. In particolare, nel periodo febbraio-maggio, 15 donne hanno donato 91,25 litri.
Rispetto agli anni precedenti sono aumentate le donatrici. I dati, pubblicati sul Journal of Pediatric and Neonatal Individualized Medicine, mostrano che nell’Unità di terapia intensiva neonatale (Utin) di San Giovanni Rotondo il lockdown non ha limitato l’allattamento al seno né la donazione del latte materno. “Siamo stati vicini alle madri che allattano e donano”, spiega Pasqua Anna Quitadamo, medico di neonatologia e Tin di Casa Sollievo.
In 10 anni di attività, “Allattiamolavita” ha già raggiunto la totale abolizione dell’uso del latte formulato per tutti i neonati prematuri di peso inferiore a 1.800 grammi. Nella Tin di San Giovanni Rotondo, “nelle prime ore di vita del neonato si avvia la minimal enteral feeding (alimentazione trofica non nutritiva) con il latte proveniente dalla Banca, che viene poi sostituito dal latte materno appena disponibile oppure, laddove non lo fosse, si prosegue con il latte donato”, sottolinea la dottoressa Quitadamo. Grazie anche al latte della Banca, dal 2012 si sono azzerati i casi di enterocolite necrotizzante.
La Banca, che fa a parte dell’Associazione italiana delle banche del latte, voluta dall’ex primario di Neonatologia, Alberto Gatta, è stata inaugurata nel 2010. In 10 anni ha raccolto oltre 3mila litri di latte, arruolando 760 donatrici e alimentato circa 600 neonati prematuri.
“Nelle precedenti epidemie è stato dimostrato che l’allattamento al seno rappresenta una delle prime misure cruciali da adottare in caso di emergenza, per le donne che ne hanno la possibilità”, commenta Antonio Villani, medico responsabile Utin. Il reclutamento delle donatrici avviene tra le mamme che partoriscono in Casa Sollievo della Sofferenza, agevolate nel continuare a donare anche dopo il ritorno a casa grazie al servizio di raccolta a domicilio messo a disposizione dall’Ospedale.