Il ventiquattro settembre scorso, tra non poche incertezze, dubbi e velate speranze, è ripreso l’anno scolastico nella nostra regione. La campanella è suonata per circa seicentomila studenti.
Dopo il lungo periodo del lockdown e della sperimentazione prolungata della didattica a distanza (dad) è giunto il momento di ritornare alla didattica in presenza. A farla da padrone è stata la fantasia, e la creatività, degli insegnanti, che si sono ingegnati (nel rispetto delle norme sul distanziamento da Covid-19) nel costruire forme di accoglienza originali e simpatiche per permettere a tutti gli studenti, soprattutto ai piccoli della scuola dell’infanzia, un adeguato ritorno alla normalità! In questo continuo e mutabile processo di riorganizzazione un ruolo centrale, nell’ambito del coordinamento e della supervisione, hanno avuto i dirigenti scolastici, la cui funzione organizzativa li ha resi veri protagonisti nell’ambito della piena attuazione delle indicazioni sull’autonomia scolastica.
Molte cose, dunque, sono cambiate in questi lunghi mesi che vanno da marzo a settembre 2020. È cambiato il modo di concepire l’attività didattica. È cambiato il modo di agire nell’ambito delle relazioni interpersonali. È cambiato lo stile pedagogico dell’essere docente, perché la distanza e l’uso delle mascherine non appartengono al mondo dei mediatori didattico-educativi. Inoltre, come afferma Padre Vitangelo C. M. Denora sj, “cambia la professionalità del docente: il suo ruolo si sposta da erogatore di sapere, preoccupato della spiegazione e del controllo, a quello di accompagnatore e facilitatore del processo di apprendimento e di crescita” (Civiltà Cattolica, 4086/2020). La figura l’insegnante, in questo particolare momento storico, emerge tra le altre del mondo scolastico, perché è divenuta nocchiero positivo di una imbarcazione che ha attraversato le intemperie della pandemia ed ha saputo, e sa, condurre i propri compagni di viaggio (gli studenti!) con determinazione, a volte ricalibrando la rotta, verso mete educative certe, nonostante le onde ancora non si siano del tutto placate.
Ri-mettere al centro della nostra società la scuola, con le sue professionalità e le sue realtà strutturali, è compito della politica. Continuare a mettere al centro dell’azione educativo-didattica la persona, rinnovando opportunamente le metodologie/strategie, è compito delle dirigenze e degli insegnanti. Il sogno di una scuola che non escluda nessuno deve permanere ad essere una realtà concreta. Una scommessa importante, continua ed urgente, da vincere ogni giorno, per l’attuale contesto sociale italiano ed europeo. Nessuno è escluso dal contribuire positivamente al reale bisogno di cambiamento. Ce lo ricorda, anche, Papa Francesco: «Ogni cambiamento, però, ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti. Per questo è necessario costruire un “villaggio dell’educazione” dove, nella diversità, si condivida l’impegno di generare una rete di relazioni umane e aperte. Un proverbio africano dice che “per educare un bambino serve un intero villaggio”. Ma dobbiamo costruirlo, questo villaggio, come condizione per educare. Il terreno va anzitutto bonificato dalle discriminazioni con l’immissione di fraternità» (Messaggio per il lancio del patto educativo, 12 settembre 2019).
Nella realizzazione del villaggio dell’educazione ognuno assume un ruolo ed una responsabilità personale chiara e precisa per «un’educazione che sappia farsi portatrice di un’alleanza tra tutte le componenti della persona: tra lo studio e la vita; tra le generazioni; tra i docenti, gli studenti, le famiglie e la società civile con le sue espressioni intellettuali, scientifiche, artistiche, sportive, politiche, imprenditoriali e solidali» (Papa Francesco, cit.).
Occorre mettersi in cammino ora, senza dimenticare indietro nessuno, ricercando nell’uomo quelle grandi idee ed intuizioni che lo hanno reso protagonista -negli ultimi secoli- nel campo dell’educazione, grazie anche alla grazia che gli viene dall’Alto; perché come affermava don Lorenzo Milani non si può far scuola senza una fede sicura!