“Educare al rispetto della dignità di ogni persona e di ogni diversità, ma senza manipolazioni ideologiche”.
Non usa giri di parole Virginia Kaladich, presidente della Fidae, interpellata sul comma 3 dell’art. 6 del testo unificato contro l’omotransfobia, approvato il 4 novembre alla Camera dei deputati, che prevede l’istituzione di una Giornata, il 17 maggio, contro l’omotransfobia, nella quale organizzare cerimonie e incontri anche nelle scuole, fin dalle elementari.
Il ddl passa ora al Senato; se venisse approvato, queste iniziative non corrono il rischio di essere “orientate” e sbilanciate sul versante dell’ideologia? “Certamente sì, ma per quanto riguarda la scuola la questione è squisitamente pedagogica. Come scuola cattolica dobbiamo assolutamente educare, accompagnare i nostri ragazzi nel loro sviluppo, rispettandone però la crescita e preservandoli da manipolazioni ideologiche. Del resto, educare al rispetto della dignità di ogni persona e di ogni diversità non è una novità: è un pilastro fondamentale dell’educazione”, risponde la presidente Fidae richiamando il lavoro svolto dall’associazione nel portare avanti la prassi di riferimento per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo.
Una prassi “che è stata riconosciuta e ora dovrebbe addirittura entrare nella futura normativa in materia. Con lo stesso spirito - la convinzione della pari dignità di ogni persona, premessa di ogni sano progetto educativo - dobbiamo accompagnare i ragazzi al rispetto di ciascuno. Ma questo non significa manipolare o instillare pregiudizi contro la famiglia formata da un uomo e una donna, la genitorialità, la fede religiosa, l’affermazione della differenza biologica tra maschio e femmina”. Per Kaladich, “in una sfida delicata come questa occorre intervenire con un sapere e un agire educativo a 360°. Servono adulti significativi e con le idee chiare: accompagnare i ragazzi non significa sostituirsi a loro. E non dobbiamo neppure sostituirci ai genitori”.
Se il ddl verrà approvato anche al Senato bisognerà pensare a strumenti di formazione degli insegnanti? “Sì perché è nella formazione che si gioca tutto. Ma non entrano in gioco solo gli insegnanti. Insieme a loro anche i genitori dovrebbero essere in grado di offrire elementi per discernere e fare le scelte giuste”. (G.P.T.)