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“Quando la pittura racconta Dante. Le trasposizioni pittoriche della divina commedia” è il titolo della conferenza, a cura di Maria Agostinacchio, che si terrà domani 25 marzo alle 18.30 presso il museo Castromediano di Lecce e che verrà trasmessa in diretta sui social dell’associazione “Festinamente”. 

 

 

 

L’incontro, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e del Dantedì, rientra nella rassegna “Conferenze: tra musica, arte e letteratura” di Festinamente sostenuta dalla programmazione “Custodiamo la cultura in Puglia”.

Al capolavoro dantesco sarà dedicata la conferenza “Quando la pittura racconta Dante. Le trasposizioni pittoriche della Divina Commedia”, a cura di Maria Agostinacchio, storica dell’arte, docente al Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo-Pellegrino” di Lecce e nel Direttivo Nazionale di Anisa (Associazione nazionale insegnanti di storia dell’arte - Per l’educazione all’arte).

L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sulle pagine FACEBOOK e INSTAGRAM dell’Associazione Festinamente, che lo ha organizzato in collaborazione con il Polo biblio-museale e il museo Castromediano di Lecce, Anisa e Libreria Palmieri.

Ad anticipare la conferenza pomeridiana, la mattina del Dantedì, in modalità online sulla pagina del Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo Pellegrino” di Lecce, sarà presentato il risultato del laboratorio “Dante con le parole dell'arte. Gli alunni raccontano la Divina Commedia attraverso i capolavori dei grandi artisti” (VEDI QUI). Il progetto ideato e coordinato dalla prof.ssa Maria Agostinacchio, in collaborazione con il prof. Vincenzo De Giorgi e la prof.ssa Maria Antonietta Tarantino, si è articolato in tre fasi: lettura delle fonti, ricerca iconografica e individuazione dell’artista e dell’opera d’arte scelta dagli alunni (CLICCA QUI PER SEGUIRE).

Tantissime sono le testimonianze artistiche ispirate al capolavoro dantesco per numero, tipologia, cronologia ed è impossibile raccogliere questo materiale in un corpus esaustivo. Dalle preziose miniature che hanno vergato le prime edizioni fino a Mimmo Paladino, passando per Botticelli, Michelangelo e Signorelli, Reynolds, Fussli, Blake, Dorè e Guttuso, Dalì e Rauschemberg, gli artisti si sono misurati con il brulicare umano, talvolta spaventoso, dell’Inferno fermando l’attenzione su figure icastiche come Paolo e Francesca, il Conte Ugolino e i demoni; oppure hanno immaginato, con l’aiuto di San Tommaso, la Montagna e l’incontro con Matelda nel Purgatorio, lì dove Dante cita Cimabue e Giotto ed infine con uno sforzo immaginifico hanno rappresentato il Paradiso con gli occhi di Dante illuminati da Beatrice verso la circolarità serafica dell’empireo.

 

 

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