“Testa, cuore e mani: un circolo da tenere sempre aperto e dinamico”. Ne è convinto il Papa Francesco, che ricevendo in udienza i dirigenti e gli studenti dell’Istituto “Ambrosoli” di Codogno, la cittadina in provincia di Lodi da dove è cominciata la pandemia di coronavirus.
Papa Francesco ha raccomandato ancora una volta “i tre linguaggi: quello della testa, quello del cuore e quello delle mani. Per arrivare a quella coerenza per cui si pensa quello che si sente e si fa, si sente quello che si pensa e si fa, si fa quello che si sente e si pensa. Quella coerenza totale… E queste tre dimensioni devono sempre interagire nella scuola”.
“La dimensione relazionale tra voi studenti, - ha continuato il pontefice - e anche con gli insegnanti, è stata penalizzata nei lunghi mesi della didattica a distanza. Ora vi auguro di poterla riprendere pienamente. Ma vi invito anche a imparare da questa mancanza: che, in un certo senso, questa esperienza negativa possa insegnare qualcosa, cioè proprio l’importanza della relazione interpersonale reale, non virtuale”.
“Voi ragazzi e ragazze siete figli della società digitale, che ha aperto nuove vie alla conoscenza e alla comunicazione”, l’analisi del Papa: “ma sappiamo bene ormai che c’è il pericolo di chiudersi in sé stessi e di vedere la realtà sempre attraverso un filtro che solo apparentemente accresce la nostra libertà”.
E poi papa Francesco ribalta un vecchio luogo comune parlando a braccio: “Voi avete sentito tante volte: ‘i giovani, dobbiamo curare i giovani perché sono il futuro. Niente: voi siete il presente, voi siete il presente. Non bisogna pensare di spostarsi verso il futuro: sarete il futuro se sarete il presente. Voi siete il presente nella società. Senza i giovani, una società è quasi morta. Voi siete presente perché portate vita nuova. Non dimenticare questo”. “L’esperienza della pandemia, con questa ‘astinenza’ dalle relazioni amicali, possa stimolare in voi, che ne siete consapevoli, un maggiore senso critico nell’uso di questi strumenti”, l’auspicio finale: “perché restino tali, cioè strumenti, soggetti alla nostra intelligenza e volontà”.
“Vi auguro di concludere bene questo anno scolastico, non solo sul piano dei voti, ma anche e soprattutto su quello dei volti!”, il congedo del Papa dagli studenti: “Che ognuno di voi senta il desiderio di ringraziare Dio per l’opportunità della scuola: luogo dove crescere con la testa, con le mani e con il cuore; luogo dove imparare a vivere le relazioni in modo aperto, rispettoso, costruttivo; luogo per diventare cittadini consapevoli e responsabili”.