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In occasione della Giornata nazionale dell’università, l’ateneo salentino farà tappa mercoledì 20 alle 17, presso l’auditorium della parrocchia di San Giovanni Battista, in Via Novara a Lecce, con un incontro sulla figura di don Lorenzo Milani e sul libro “Lettera ad una professoressa”, promosso dal prete fiorentino insieme ai ragazzi della scuola di Barbiana.

 

 

L’iniziativa promossa dal Dipartimento di scienze umane e sociali dell’Università del Salento, alla seconda edizione, fa parte del ciclo di lezioni aperte, intitolata “Attraversamenti” e nasce con l’intento di portare l’università fuori dall’università, in luoghi significativi dal punto di vista sociale come le periferie, il carcere, i luoghi del volontariato e le parrocchie. Inoltre vuole mettere al centro della discussione pubblica temi di interesse sociale e culturale come l’inclusione, la convivenza consapevole, il benessere collettivo e il vivere comunitario.

Marcello Tempesta, docente di pedagogia generale sociale e interculturale dell'Università del Salento, darà una lettura e commento sulla figura di don Milani e sul libro “Lettera a una professoressa”, che il presbitero scrisse dopo che uno dei suoi allievi tentò di inserirsi nella scuola pubblica venendo però bocciato, infatti, secondo don Milani, la scuola pubblica era organizzata per ratificare la subalternità sociale delle classi popolari attraverso una istruzione “colta”, priva di qualunque utilità pratica e che ai poveri diceva poco o nulla, che proponeva come modello la modernità borghese al posto della tradizione contadina e popolare. Del resto, la Riforma Gentile, ancora vigente a quel tempo, aveva l’obiettivo di formare una classe dirigente che studiasse le cose più lontane possibili dal sapere manuale e contadino.

Don Lorenzo Milani fondò all’inizio degli anni Cinquanta, a Barbiana, in provincia di Firenze, una scuola popolare per i ragazzi più poveri: giovani operai e contadini. Il motto della sua scuola era I care, ovvero mi sta a cuore, difatti il maestro e sacerdote credeva nel progetto di una scuola aperta ed inclusiva che promuovesse lo sviluppo di tutte le intelligenze anche quelle dei soggetti culturalmente e socialmente svantaggiati, creando per ogni singolo individuo un percorso formativo integrato ed individualizzato che ne consentisse, attraverso una continua interazione con la realtà sociale una crescita armonica.

 

 

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