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Si sono svolti nella serata di ieri gli attesi festeggiamenti in onore di San Cataldo, protettore della marina leccese. I fedeli della locale parrocchia, guidata da don Corrado Serafino, si sono stretti ancora una volta attorno al loro amatissimo santo.

Particolarmente significativo il solenne rito della benedizione delle acque. Anche se, per via dei lavori di rifacimento della darsena, non si è potuto compiere il tradizionale tragitto in mare con la bella statua del patrono, don Corrado ha comunque dato luogo alla breve ma emozionante cerimonia direttamente dalla spiaggia. Ancora una volta dunque la reliquia del santo irlandese - autentico tesoro custodito nella chiesetta del posto - è stata elevata verso il cielo per poi sfiorare l’acqua marina. Un gesto carico di significato perché ricorda come la benefica presenza del grande taumaturgo presso il litorale salentino non sia solo un evento del lontano passato ma qualcosa di concreto e tangibile ancora oggi. Nel panegirico don Corrado ha voluto ricordare i punti salienti dell’agiografia cataldiana: la vita contemplativa nei monasteri d’Irlanda, il suo pellegrinaggio in Palestina con la visita alla grotta di Betlemme ed al Santo Sepolcro dove, in un’estasi mistica, Cristo stesso gli ingiunse di recarsi a Taranto, lo sbarco sulle nostre coste, l’episcopato nella città ionica, il fervente culto, caratterizzato a volte da una santa gelosia, che gli viene tributato dai fedeli tarantini ed i numerosi miracoli avvenuti presso il suo sepolcro.

La giornata di festa ha offerto alla comunità anche l’occasione di ricordare l’indimenticabile figura di Oronzo Mancarella che, con passione e zelo, tanto ha lavorato per il bene di un luogo che sinceramente amava ed al quale si deve la nascita del lido negli anni ʼ50. Al fine di tramandarne con gratitudine la memoria, è stato dedicato a lui un dipinto, opera dell’artista Alessandra Coluccia. Particolarmente commosso della cosa, il figlio, Fabrizio Mancarella, che al termine delle manifestazioni religiose ha voluto ringraziare tutti i presenti.

La marina leccese resta un territorio dalle potenzialità enormi ma ancora purtroppo inespresse. L’auspicio è che, accanto ad una riscoperta del santo patrono e ad una rinnovata e sempre più profonda devozione nei suoi confronti, gli abitanti del posto sappiano recuperare anche un giusto orgoglio di essere sancataldini e ad operare insieme, come un vero popolo consapevole della propria unicità, per la crescita della frazione. Una cosa, del resto, è certa: visitare San Cataldo non significa soltanto trascorrere un momento di vacanza ma tuffarsi in una pagina di storia della nostra terra.      

 

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