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Per il secondo anno consecutivo Squinzano, a causa della pandemia, sarà orfana dei tradizionali riti della Settimana Santa per questo l’arciprete, don Alessandro Scevola, ha modificato il programma delle celebrazioni permettendo ai fedeli di poterle seguire anche attraverso la diffusione mediatica, tanto utile in questo particolare momento.

 

 

 

Le principali celebrazioni religiose vengono infatti trasmesse sulla pagina Facebook del giornale locale Totem.

Non potendo svolgersi la tradizionale processione del Venerdì Santo con le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata - ha comunicato don Alessandro - alle 20 in chiesa madre si vivrà una veglia di preghiera. Una Statio penitenziale durante la quale, in sette tappe si ripercorrerà la passione e morte di Cristo, attraverso dei segni, delle letture e dei canti tradizionali della passione del Venerdì Santo. Le sette tappe culmineranno con l’ingresso in chiesa delle statue del Cristo morto, della Vergine Addolorata e dell’Antico Crocifisso conservate durante l’anno nella chiesa del Calvario”.

Gli squinzanesi vivranno quindi questi momenti di riflessione e di preghiera costretti a rinunciare alla tradizione più sentita da secoli. Un popolo fatto di fedeli ma anche di semplici curiosi che affollavano le strade in attesa dell’assordante rumore delle troccole - antichi attrezzi in legno e ferro - che annunciavano l’arrivo della processione con le statue del Cristo morto e della Vergine Addolorata portati a spalla dagli uomini della locale associazione ‘Portatori di Statue’, accompagnate dalle donne in abito e velo nero con tra le braccia un mazzo di garofani rossi. Immancabile al seguito la locale banda musicale che con toni struggenti rendeva ancora più suggestivo il raccoglimento della gente quasi a scandire i passi lenti di una città che per l’occasione si ritrovava unita da un vincolo di fede e devozione unica e irripetibile. Un’antica processione che partiva dalla chiesa del Calvario.

Una chiesa ricostruita nel 1559 - era l’antica chiesa parrocchiale di Squinzano - dedicata alla Visitazione della Beata Vergine Maria, al Santissimo Crocifisso ed alla Madonna Addolorata e che nel 1640 fu interdetta al culto dal vescovo mons. Luigi Pappacoda per le sue precarie condizioni in cui era ridotta. Una chiesa affidata nel 1850 alla confraternita dell’Addolorata e guidata attualmente dal suo devoto priore Francesco Guido, che nel 1906 fu ristrutturata dalla stessa confraternita e consacrata dal vescovo di Lecce dell’epoca Gennaro Trama il 13 febbraio del 1910 il quale generosamente concesse nel giorno dell’anniversario quaranta giorni di vera indulgenza a tutti coloro che la visitavano. Questo è quanto riportato in una lapide in marmo posta all’interno della chiesa.

Quest’anno più che mai sarà una celebrazione di speranza. Una speranza silenziosa come le campane delle chiese legate che attendono la Resurrezione di Cristo. Rispettosa, per una Pasqua dei cuori che attendono una ripartenza, una rinascita che rappresenta per un credente una delle gioie più grandi.

 

 

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