«Quando mi sono seduto davanti a voi, ho incrociato il vostro sguardo, le vostre bellezze, la vostra originalità, ho intuito anche i grandi sogni ed interrogativi che portate nel cuore, ho avvertito proprio una tenerezza di padre per ciascuno di voi e ciò che ho da dirvi nasce da questo atteggiamento, di un padre che parla a figli a cuore aperto».
Sono queste le parole con cui l’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta ha esordito l’altra sera, incontrando i giovani nella cripta della chiesa cattedrale di Lecce. Il secondo incontro del percorso «Scendi… in cripta», incontri con la Parola pensati per i giovani dal Servizio diocesano di pastorale giovanile, è stata, per tanti, un'occasione di crescita spirituale e riflessione.
Filo conduttore di questo percorso è il cammino lungo la strada, spazio in cui i giovani possono discernere il progetto di Dio per la loro vita, cogliendone la sua presenza nel proprio viaggio personale e spirituale.
L’introduzione del responsabile del Servizio di pastorale giovanile, don Salvatore Corvino, ha suggerito il secondo passo del cammino indicando l’essere ciascuno una storia che cambia, da leggere alla luce della Scrittura. Il centro dell’incontro, poi, è stata la riflessione dell’arcivescovo coadiutore che, partendo dall’incontro tra Gesù e Zaccheo (Lc 19,1-10) e da un’esperienza vissuta con un detenuto incontrato in un carcere calabrese, ha sottolineato che «si può cambiare». Inquadrando il passo evangelico come «la narrazione di un incontro che ha segnato la vita di una persona che ha definito una svolta decisiva della sua vita». Panzetta si è soffermato, così, sulla possibilità che ciascuno ha di cambiare la propria vita anche quando sembra difficile, ponendo l’attenzione sull’atteggiamento di Gesù che guarda il cuore delle persone e crede che Zaccheo possa diventare un uomo giusto, anche se il suo lavoro di esattore fa pensare esattamente il contrario. Le parole del pastore hanno toccato il cuore di molti lasciando alcune domande valide come spunto e provocazione.
A partire da queste domande, poi, nell’ultima parte dell’incontro, i giovani hanno avuto l’opportunità di confrontarsi suddividendosi in fasce in base all’età. Si sono concentrati a riflettere su quali sono gli ostacoli che impediscono loro di incontrare Gesù e quale sia il sicomoro della loro vita, cioè chi ha dato una mano a salire “in alto” per incontrarlo.
I volti sorridenti e il panettone finale hanno testimoniato che la serata è stata una vivace esperienza condivisa di fede.
Il prossimo appuntamento proposto dalla pastorale giovanile, mercoledì 15 gennaio, sarà un’altra occasione per riscoprire il valore della Parola di Dio nella vita di ciascuno.