Alessandro Carriero non è solo uno dei nomi di riferimento della radiologia italiana, ma una figura capace di coniugare eccellenza professionale a un profondo impegno umanitario.
Professore ordinario presso la Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università del Piemonte Orientale e direttore del Dipartimento di servizi diagnostici e cura dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, Carriero ha costruito un percorso accademico e scientifico di altissimo livello. I numeri del suo curriculum parlano da soli: circa 60 pubblicazioni scientifiche, 171 capitoli di libri, 478 relazioni. Traguardi straordinari, riflesso di una carriera guidata da passione, rigore e una visione autenticamente filantropica.
Ma ciò che distingue davvero Alessandro Carriero è la sua capacità di andare oltre gli ambiti della scienza, mettendo le sue competenze al servizio del prossimo. Originario di Monteroni di Lecce, ha trasformato il suo profondo senso di umanità in azioni concrete, dando vita nel 2006 a ForLife Onlus (SCOPRI DI PIÙ). Questa associazione umanitaria ha un respiro internazionale, portando assistenza sanitaria e sostegno all’infanzia nelle aree più vulnerabili e sovente dimenticate (LEGGI).
ForLife non è solo un progetto solidale, ma una missione che unisce cuore e professionalità, dimostrando che il sapere scientifico può e deve diventare strumento per migliorare la vita degli altri. Questo impegno instancabile è stato riconosciuto anche a livello istituzionale. Nel 2019, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito la prestigiosa Medaglia al rigore scientifico e cristiana solidarietà, un’onorificenza che celebra la sua capacità di mettere la scienza al servizio dell’umanità, un riconoscimento per un uomo che incarna, con il suo esempio, l’equilibrio perfetto tra sapere e solidarietà.
Il prof. Carriero (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) in questa intervista ci guida alla scoperta dell’anima di ForLife Onlus. Con umiltà e una passione che traspare in ogni parola, ripercorre le origini, le sfide superate e i successi ottenuti, raccontando il senso profondo di una scelta di vita capace di trasformare le idee in interventi concreti. ForLife Onlus è un ponte d’amore: ogni missione, ogni passo compiuto, ogni obiettivo raggiunto, ogni sguardo incrociato è la conferma che quando la mente incontra il cuore, l’impossibile diventa realtà.
Professore, qual è stato il progetto di ForLife che ha avuto l'impatto più significativo quest'anno?
Sicuramente questo è stato l'anno in cui ForLife ha aperto un nuovo capitolo in Romania e in Burkina Faso. In Romania abbiamo cominciato l'allestimento e l’attivazione di una nuova infermeria ad Intorsura mentre in Burkina Faso abbiamo cominciato la costruzione di due nuovi pozzi, con un progetto che prevede la creazione di due orti.
Quali sono le principali difficoltà affrontate nell'implementazione delle iniziative internazionali?
Di fatto grandi difficoltà non ne abbiamo mai trovate. la procedura strategica è trovare nei vari Paesi dei riferimenti locali seri e fidati e poi ci lasciamo guidare dal cuore.
Come vengono selezionati i progetti e quali criteri guidano le scelte di ForLife?
Non abbiamo associati, siamo continuamente contattati da gruppi di amici, spesso sconosciuti, che vogliono unirsi a noi e chiediamo loro dei progetti operativi; una volta valutati identifichiamo un riferimento in loco e monitorizziamo i vari progetti.
In che modo i volontari e i sostenitori possono contribuire ulteriormente alle attività dell’associazione?
I volontari sono sostenuti nella fase di progettazione, di realizzazione dei progetti. Chiediamo loro di sostenerci e di aiutarci nella raccolta delle offerte per finanziare i nostri progetti. Le donazioni sono raccolte con iniziative in occasione del Natale, della Pasqua, di Carnevale e nella organizzazione dei vari concerti per la vita, delle aste di beneficenza e rimaniamo aperti a tutti i suggerimenti che vengono dai nostri amici.
Ci sono nuove aree geografiche o settori d’intervento che ForLife intende esplorare nei prossimi anni?
Sicuramente ci stiamo organizzando per un intervento a Gaza e per continuare in nostro impegno in Ucraina.
Qual è stato il progetto che le ha cambiato la vita o le ha lasciato un segno indelebile?
Sicuramente l’attivazione dell’Orfanotrofio a Mijomboni in Kenya e l'attivazione del progetto Italiano ForLife per le scuole italiane, che ha nel Salento la sua maggiore attività, grazie all'impegno di Rosa Rizzo, Anna Rosa Carriero e Sauro Bezzi. A tal proposito finanziamo ogni anno progetti scolastici che rimangono nel territorio salentino e in varie regioni italiane.
Se dovesse raccontare un aneddoto che rappresenta l'essenza di ForLife, quale sceglierebbe?
In Nepal tanti anni fa ci fu un terremoto devastante. Grazie ad un mio collega, referente di ForLife per il Nepal, abbiamo ricostruito una scuola che era stata distrutta. Successivamente, in occasione del terremoto dell’Aquila, mentre stavamo costruendo un villaggio ForLife a Picenze con 20 case prefabbricate, mi arrivò un bonifico di 150 euro da parte degli Amici del Nepal (una donazione raccolta dai genitori della scuola da noi ricostruita in Nepal). Lì dove la solidarietà e l’amicizia non conosce confini.
Qual è il messaggio principale che vorrebbe trasmettere ai giovani che vogliono fare volontariato?
Crederci e farsi guidare dal cuore.
Se potesse cambiare qualcosa del mondo con un solo gesto, quale sarebbe?
Distruggere tutte le armi e creare il "Ministero mondiale della fratellanza fra i popoli".
Anche il gesto di solidarietà più semplice può dar vita a un'onda di solidarietà capace di attraversare ogni confine e di abbracciare il mondo intero: «la storia di forLife Onlus è una storia di gente comune che non vuole cambiare il mondo ma che ha come unico scopo ed obiettivo ‘un sorriso in più da parte di bambini poco abituati a sorridere’».