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Tra le nuove schiavitù che contraddistinguono la società odierna è da annoverare senza dubbio anche la piaga della ludopatia. Un fenomeno in crescita, favorito soprattutto dalla possibilità di giocare d’azzardo attraverso i moderni strumenti interattivi e telematici.

La cosa ormai assume tutti i connotati di una vera epidemia silenziosa e sommersa, non immediatamente riconoscibile e per scongiurare la quale non sono certo sufficienti le raccomandazioni a “giocare in modo responsabile” previste sinora dalla legge. In quest’ottica si iscrive l’importante iniziativa messa in piedi dalla Caritas della diocesi di Nardò-Gallipoli volta a contrastare il gioco d’azzardo patologico.

Il progetto, dal significativo titolo Non mi illudo, stilato con piglio dall’intraprendente don Giuseppe Venneri ed approvato dal vescovo Fernando Filograna, mira ad offrire un’ancora di salvezza a coloro che, caduti in questa forma di dipendenza, non riescono a spezzarne le catene. Può sembrare incredibile ma, considerando il territorio diocesano, in comuni ricchi di storia e con una grande tradizione cristiana alle spalle, come Nardò, Copertino, Galatone, Casarano e Gallipoli, secondo le stime vengono sperperati in media tra i 1500 e i 1900 euro a testa nel gioco. L’idea di don Venneri è stata innanzitutto quella di costituire un team di esperti (psicologi, avvocati, educatori, commercialisti) che potessero, a loro volta, formare sull’argomento degli operatori parrocchiali rendendoli adeguati ad un’azione di “pronto intervento” sul problema-ludopatia. L’obiettivo è quello di stabilire sul territorio un’efficiente rete di contrasto al fenomeno ma dotata di una potente quanto decisiva marcia in più rispetto a progetti simili, la prospettiva spirituale della fede nel Cristo liberatore da ogni tipo di schiavitù e dipendenza.

                                                                                                                                 

 

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