Non c'è giorno in cui attraverso i mezzi della comunicazione l'opinione pubblica mondiale non venga informata della catastrofe ambientale e umanitaria che si sta consumando nella foresta amazzonica.
Incendi, fuoco, devastazione, morte. Non solo morte di centinaia di migliaia di ettari di quello che universalmente è ritenuto il polmone verde dell'umanità. Ma morte di storie, di tribù, di persone che hanno lì la loro casa, la loro vita, tra un passato ancestrale, un presente che a noi può sembrare incomprensibile, un futuro che non c'è.
La morte dell'uomo inizia sempre con la morte degli uomini. Anche Papa Francesco ieri ancora una volta ha elevato il suo grido durante l'Angelus “Siamo tutti preoccupati per i vasti incendi che si sono sviluppati in Amazzonia. Preghiamo perché, con l’impegno di tutti, siano domati al più presto. Quel polmone di foreste è vitale per il nostro pianeta”, non possiamo non ascoltare il richiamo dei Vescovi latino- americani, in particolare quelli del Brasile.
“È urgente - si legge in una nota - che i governi dei Paesi amazzonici, specialmente il Brasile, adottino provvedimenti seri per salvare una regione determinante per l'equilibrio ecologico del pianeta. Non è più il momento dell’irrazionalità e delle divagazioni nei giudizi e nelle parole”. E di quelli messicani e del Paraguay dove stanno bruciando quarantamila ettari di boschi e pascoli nella regione del Chaco.
Non possiamo non fare nostre qui, su questa pagina, le testimonianze che giungono attraverso i social e le chat dai missionari Comboniani che lì, nella Terra del fuoco stanno impiegando tutto se stessi affinchè anche quella non diventi come la nostra tristemente famosa “terra dei fuochi”.
Lì, accanto a quelle popolazioni sono il segno profetico dell’ impegno concreta di una chiesa in uscita che annuncia il Vangelo soprattutto lá dove gli uomini hanno bisogno di essere difesi e custoditi in quello che è il bene più prezioso, la vita. Lì sono il segno profetico che sembra anticipare e dare valore storico al Sinodo dell’Amazzonia il cui titolo significativo è “Nuovi cammini per la Chiesa e l’ecologia integrale” e che vuole essere la risposta concreta della Chiesa al grido dei poveri che ancora una volta elevano le braccia e la voce al cielo per essere liberarti dalla morte.