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Un onore che voglio condividere con i miei conterranei salentini e milanesi in questo momento così difficile”. 

 

Con queste parole Guido Maria Ferilli ha accolto il prestigioso riconoscimento assegnatogli per i meriti legati alla sua lunga carriera di musicista a tutto tondo: compositore, paroliere, ma anche consulente artistico radio – televisivo, traduttore e produttore.

Sono parole che rivelano la tempra dell’uomo, oltreché dell’artista che d’ora in poi potrà fregiarsi del titolo di commendatore, l’onorificenza sottoscritta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Quasi un anno fa PortaLecce rendeva omaggio ai 70 anni di Ferilli che, con l’occasione parlò con entusiasmo contagioso della sua carriera, della vasta produzione e dei successi che mai lo hanno insuperbito, ma anzi spinto alla ricerca di ritmi sempre diversi vibranti di una gioiosa, raffinata spiritualità.

Nato a Presicce il 13 aprile, dopo i successi tra Roma e soprattutto Milano, è tornato a vivere in terra salentina, scegliendo Corigliano d’Otranto.

La richiesta al Presidente della Repubblica era partita proprio un anno fa, in concomitanza con il significativo compleanno, per iniziativa congiunta di Dina Manti sindaco di Corigliano d’Otranto, la città dove ha eletto la sua residenza e di Riccardo Monsellato, allora sindaco del paese natale Presicce.

Giovedì scorso l’arrivo del plico con la pergamena attestante l’onorificenza che lascia il maestro e sua moglie Desirée piacevolmente sorpresi; ci speravano forse, data l’eccellenza dell’artista, ma la certezza è giunta inaspettata.

Autore di una vastissima produzione il maestro Ferilli, ha firmato brani per importanti interpreti e colonne sonore per registi. a partire da Il bosco no scritto con Mogol per Adriano Pappalardo nel 1972; “Momenti sì, momenti no”, interpretata da Caterina Caselli, viene scelta da Luchino Visconti quale colonna sonora del film Gruppo di famiglia in un interno”. La celeberrima “Un amore così grande”, brano ano del 1976, è interpretata,  tra gli altri, da Mario Del Monaco, Claudio Villa, Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, il Volo e nel 2014 dai salentini Negramaro in un originale adattamento del leader del gruppo Giuliano Sangiorgi.

Poliedrico, dalla variegata ispirazione, sempre irrequieto, secondo la definizione di Raffaella Carrà per cui ha scritto “Rumore”, personalità in cui un esuberante ottimismo, l’amore per la creatività si accompagnano ad un eccezionale talento, Ferilli veste di note un’ispirazione spesso trascendente come nell’ “Ave Maria di Ferilli, di una profondità cosmica o in “Preghiera” contro la guerra in Siria.

Memorabile la sua “The tree of faith and peace”, ovvero “L’albero della fede e della pace”, composta in inglese nel 1996 per i cinquant’anni di sacerdozio di Papa Wojtyla ed eseguita in mondovisione da piazza San Pietro con le interpretazioni di tre cantanti espressione delle tre religioni monoteiste: Rinat Gabay per l’ebraica, Samira Said, musulmana, Manuela Villa, cattolica.

Congratulazione a Guido Maria Ferilli per l’ultimo riconoscimento ricevuto e per la sua indomita ed indomabile arte. Sotto l’urgenza dell’ispirazione, condivide il dono di una musica che è invito a coltivare l’Amore. e la speranza. a cullare i sogni dei bambini, come in “Serenata al futuro”, brano quanto mai congeniale ai momenti che il mondo sta rivendo e per un futuro di speranza, di solidarietà dove torni a splendere il sole.

 

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