Nell'antica Abbazia di Cerrate sono risuonate, ieri sera, le melodie orientali della Divina Liturgia di San Giovanni Cisostomo, presieduta dall'Eparca della diocesi bizantina di Lungro, mons. Donato Oliverio e concelebrata dall'arcivescovo metropolita di Lecce, mons. Michele Seccia.
I due presuli hanno espresso un afflato di grande comunione fraterna, condividendo l'impegno, che scaturendo dalla bellezza della Liturgia, deve far bella ogni vita cristiana nel servizio generoso ai fratelli, nella salvaguardia di tutti i valori evangelici.
Si è assistito a una straordinaria e numerosa affluenza di fedeli che hanno ricevuto, alla fine del solenne rito, una piccola "prosfora" di pane lievitato, con impresso l'antico marchio abbaziale, ritrovato e restaurato dal Fai, che ha promosso l'iniziativa insieme alla parrocchia di rito bizantino di S. Nicola di Mira in Lecce, guidata dal protopresbitero papas Nik Pace, che ha, anche lui, concelebrato il rito di ieri.
La “prosfora” o antidhron, è un segno di benedizione che caratterizza il congedo dalla liturgia orientale che significa comunione con tutti i presenti, anche con chi non si è comunicato, e che nelle intenzioni dei vescovi, ieri sera, è stato un augurio per ritrovarsi ancora a Cerrate, nel segno dell'amicizia che condivide preghiera per il dialogo e per l'unità di tutti i cristiani.