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Tra le tante risultanze del bel dinamismo della diocesi di Lecce, vi è l’opera del Cammino neocatecumenale, che oggi 12 febbraio si sintetizzerà in quello che, sulla scorta della tradizione cristiana, si definisce “l’annunzio del Kerigma”.

 

 

In altre parole, alcuni catechisti del Cammino a ciò particolarmente formati, annunzieranno il messaggio di salvezza. In effetti, Kerygma è un termine greco che significa buona notizia, vangelo. Un annuncio santo e poderoso anche quest’anno per i neocatecumenali! Ma veniamo al dunque.

A cominciare da oggi, nella diocesi di Lecce, e nello specifico nelle parrocchie leccesi di San Vincenzo de Paoli, Santa Maria dell’Idria, San Giovanni Battista, a Merine, nella parrocchia di San Giovanni Paolo II, a San Cesario, nella parrocchia di San Antonio da Padova dove si stanno già svolgendo le catechesi per giovani adulti e famiglie, alle 20  verrà annunciato il Kerigma, ovvero il primo annuncio di salvezza alle genti  come anche Papa Francesco lo tratta e analizza nell’enciclica Evangeli Gaudium al n.164: “Il kerygma è trinitario: è il fuoco dello Spirito che si dona sotto forma di lingue ardenti e ci fa credere in Gesù Cristo, colui che con la sua morte e resurrezione ci rivela e ci comunica l’infinita misericordia e il sommo amore del Padre, per l’Uomo e soprattutto per chi lo accoglie. Sulla bocca del catechista torna sempre a risuonare il primo annuncio: Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo ed è proprio al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti.”

A tal proposito va specificato che, il primo annuncio non deve essere inteso solo come un annuncio che viene fatto per primo, ma che è il più importante, perché “Cristo ha voluto salvare i credenti attraverso la stoltezza del Kerigma” come afferma san Paolo nella lettera ai Corinzi.

Anche l’arcivescovo nella lettera pastorale “Ascolta, popolo mio”, del 2019, al suo secondo anno di mandato in diocesi spiegava come fosse fondamentale porsi in ascolto della parola di Dio e in particolare (al n. 51) chiarisce come la fede sia frutto dell’ascolto della predicazione. Cioè, dunque, che ogni volta che viene annunciato il Kerigma, la buona notizia appunto, nasce la fede nelle persone che lo ascoltano, in virtù soprattutto del battesimo che ha ricevuto.

Sicuramente non si presenta qui inopportuno ribadire ancora una volta che, come ormai è ampiamente noto, il Cammino neocatecumenale cerca di inserire e/o reinserire nelle parrocchie una iniziazione cristiana fondata in modo particolare sull’ascolto della buona notizia, il più importante “motore” che genera la fede. Non è un caso che San Paolo marca con forza che “…la fede nasce dall’ascolto”. Ecco che, allora, anche “i lontani” possono avvicinarsi a Cristo, attraverso la predicazione kerygmatica, come ben testimonia l’intero Cammino neocatecumenale con la sua storia, che trova le sue origini negli anni ’70 e le sue “cause efficienti” nel Concilio Vaticano II.

Molto s’è fatto da allora, ma molto altro va fatto. V’è per tutti urgenza di ritornare a Cristo, come l’arcivescovo Seccia ha ben sottolineato nella lettera pastorale “Ascolta popolo mio”, soprattutto oggi, non poco disorientati a causa dei rapidi cambiamenti in tutti gli ambiti sociali, e in tutte le strutture sociali, con ripercussioni di non poco conto sul sistema ambientale.

 

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