Il Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco, ha votato a favore del rilascio controllato della cannabis in Germania. Il possesso e la coltivazione della droga dovrebbero diventare legali per gli adulti soggetti a requisiti, a partire dal 1° aprile.
La legge dovrebbe arrivare al Consiglio federale il 22 marzo. Non è necessaria alcuna approvazione, ma in linea di principio la Camera regionale potrebbe convocare la commissione di mediazione presso il Bundestag e rallentare il processo. La riforma è stata ampiamente criticata, in particolare dalle associazioni mediche e dalla magistratura. La nuova legge conferisce alla Germania uno dei sistemi legali più liberali d’Europa, seguendo le orme di Malta e Lussemburgo, che hanno legalizzato la cannabis a scopo ricreativo rispettivamente nel 2021 e nel 2023. Sui rischi legati all’uso della cannabis abbiamo interpellato Antonio Bolognese, professore onorario di chirurgia alla Sapienza e responsabile scientifico della Commissione dell’ordine dei medici e odontoiatri di Roma e provincia per la valutazione, prevenzione e divulgazione delle conseguenze dell’uso della cannabis e di altri disturbi dell’area delle dipendenze.
Professore, tra le droghe più diffuse tra i giovani c’è la cannabis che ora viene legalizzata in Germania.
Certamente, la cannabis è la sostanza tra le più utilizzate nella popolazione giovanile dopo l’alcol ed è preoccupante il suo uso nella fascia di età soprattutto tra gli 11 e i 15 anni. Nella relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia anno 2023 (dati 2022) del Dipartimento per le politiche antidroga, si evidenzia che la cannabis è stata consumata dal 24% degli studenti e da oltre un quarto dei 18-24enni. Dall’analisi qualitativa è emersa una importante variabilità del quantitativo di principio attivo contenuto nei campioni con un sostanziale incremento medio di quello rinvenuto nei sequestri di hashish che dal 2018 è passato da una concentrazione media del 17% al 29%. Inoltre, c’è da tener presente che il contenuto del principio attivo Thc, che determina psicosi e dipendenza, è ben diverso dal contenuto che la cannabis aveva negli anni Ottanta-Novanta: allora questo principio attivo era intorno al 4% in peso mentre oggi è intorno al 20-25% in peso, con un incremento notevole. Non solo: questo è quello che si valuta quando le forze dell’ordine fanno dei sequestri, ma i ragazzi possono trovarlo su internet con concentrazioni di Thc molto più elevate che può arrivare fino al 50-55%.
Quindi, bisogna smascherare il falso mito che la cannabis non sia dannosa per la salute…
È assolutamente un falso mito. Il nostro cervello si sviluppa fino all’età di 24/25 anni. Quindi se c’è un insulto tossicologico come quello provocato dalla cannabis in un’età così esposta come quella adolescenziale/giovanile, si registreranno problematiche importanti sullo sviluppo del cervello. I danni scientificamente dimostrati che queste droghe determinano sui ragazzi sono molteplici. Tra di essi, la cannabis interferisce con la normale maturazione cerebrale negli adolescenti, modifica la loro personalità e la loro capacità decisionale, i disturbi sono tanto più gravi quanto più precoce è la prima assunzione e quanto più è frequente e duratura, crea un deficit dell’attenzione, della memoria e quindi dell’apprendimento, determina una difficoltà di concentrazione, perfino una diminuzione del quoziente intellettivo di circa 8-9 punti in chi fa uso costante della cannabis ricreativa. Ancora, altera la percezione e l’interpretazione della realtà, riduce la motivazione a impegnarsi e ad affrontare i problemi. Il primo campanello di allarme che i genitori o gli insegnanti debbono cogliere è quella che viene definita la sindrome amotivazionale: un ragazzo, che prima andava bene a scuola, aveva interessi molteplici, amava fare attività sportiva, frequentare persone, avere amici, si isola, si rinchiude in se stesso, non vuole uscire dalla propria camera, non vuole continuare a studiare. Sono problemi che l’insegnante e l’istruttore di sport devono essere capaci di intercettare. Soprattutto la famiglia deve essere edotta sui rischi e saper riconoscere i segni. Il danno più importante che determina la cannabis è la schizofrenia e stati dissociativi, un disorientamento spazio-temporale, stati di ansia, attacchi di panico. Ovviamente una parte dei danni che la sostanza determina è definita anche da una componente individuale genetica. La cannabis crea dipendenza attraverso il principio attivo Thc, che determina gli effetti psicotici, mentre il Cbd, l’altro componente che c’è nella cannabis, non determina effetti psicotici anzi contrasta quello il Thc.
Ci sono effetti solo sulla salute mentale?
No, quelli che abbiamo citato finora sono i danni sulla salute mentale, ma la cannabis determina anche dei danni importanti per la sfera sessuale, sia nei ragazzi sia nelle ragazze, nello sviluppo endocrinologico, ad esempio una diminuzione del numero degli spermatozoi nei ragazzi, oppure una riduzione dello sviluppo ovarico nelle ragazze. Gli studi scientifici hanno messo a fuoco in tutto il mondo questo problema. Negli Stati Uniti ci sono casi sempre più frequenti di problemi cardiaci, di ischemie, di infarti del miocardio in età giovanile, soprattutto per l’uso di queste canne con altissimo contenuto di Thc.
L’uso di queste droghe è anche tra le cause dell’aumento di incidenti e altro?
Secondo il Ministero della Salute, recentemente c’è stato un aumento dei ricoveri in condizioni di emergenza nei Pronto Soccorso: il 16% dei ricoveri arriva per intossicazione acuta da droga generalmente considerata, l’incremento è in gran parte legato alla cannabis. Questo si vede soprattutto nei fine settimana, con un aumento di incidenti stradali oppure di risse nella movida o nelle discoteche. Gli effetti sono pesanti ed evidenti, bisogna conoscerli.
Ma i danni da cannabis sono irreversibili?
Chi ha iniziato a farne uso molto presto e ha continuato a fare uso di questa sostanza con elevata presenza di Thc e con una genetica particolarmente favorevole può manifestare problemi schizofrenici che difficilmente vengono controllati, negli altri casi gli effetti nocivi possono regredire, a patto che il ragazzo o la ragazza smettano totalmente di utilizzare la cannabis perché altrimenti la dipendenza non si vince. La malavita istiga i minori davanti alle scuole, già all’età di 10-11 anni, a fumare la cannabis perché diventano dipendenti, saranno clienti per tutta la vita e influenzeranno altri ragazzi, così il mercato si diffonde a macchia di olio. Per recuperare i deficit accumulati con l’uso della cannabis, oltre che smetterne l’uso, è importante rivolgersi ai centri di salute mentale, presenti in ogni Asl, sia per ottenere una diagnosi sia per avere terapie. Se parliamo solo di cannabis c’è la possibilità di ottenere risultati positivi.
Da quanto ci ha spiegato, la legalizzazione della cannabis non può essere una buona notizia in Germania né una buona idea a cui pensare in altri Paesi…
In Germania c’è stata una sollevazione da parte della comunità scientifica rispetto al progetto di legge che dovrebbe entrare in vigore il 1° aprile. Nel caso tedesco vengono presi in considerazione problemi più sotto il profilo economico, più sociali, rispetto ai problemi della salute che queste sostanze determinano. Quindi ci si concentra sulla possibilità di coltivazione, per dare ai contadini l’opportunità di incrementare la propria attività perché la cannabis ha un notevole sviluppo di crescita in poco tempo. Per avere un’idea di cosa significa la legalizzazione della cannabis bisogna guardare a quei Paesi, gli Stati Uniti soprattutto, dove già c’è stata: la percentuale di accessi ai Pronto Soccorso è aumentata, soprattutto da parte di giovani. Nei reparti pediatrici c’è un aumento del ricovero di bambini, anche molto piccoli, perché erroneamente prendono in casa dei cioccolatini che contengono cannabis, magari di genitori o fratelli maggiori.