La missione non si ferma. “Certo. Domani parto e vado avanti, nella città più distrutta. Kharkiv”.
È il messaggio, corredato dalla bandiera giallo-azzurra dell’Ucraina, che il card. Konrad Krajewski, prefetto del Dicastero per il Servizio della Carità, (a Lecce nel 2020 per portare i respiratori del Papa al Dea), (LEGGI) ha inviato dopo che oggi mentre era impegnato con un gruppo di persone a distribuire aiuti nella regione di Zaporizhzhia, è stato raggiunto da colpi d’armi da fuoco. Accompagnato da mons. Jan Sobilo, vescovo ausiliare delle diocesi di Kharkiv e Zaporizhzhia, e da un vescovo protestante, il cardinale si è spinto oggi fino alla zona del fronte. “Quando hanno sentito gli spari si sono nascosti mettendosi al riparo e quando sono usciti, hanno visto che la gente passava come se niente fosse successo. Una donna ha detto, ‘siamo abituati’”. Ma la paura è stata tanta per il cardinale. “Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire – ha raccontato il cardinale a Vatican News – perché non basta correre, bisogna sapere dove”. Arrivato in Ucraina per la quarta volta, il cardinale sta viaggiando a bordo di una macchina, di città in città, di parrocchia in parrocchia, incontrando i vescovi i sacerdoti, religiosi e religiose, le comunità. Il cardinale stesso aveva raccontato giorni fa, che circa una settimana fa, il Santo Padre lo aveva chiamato e gli aveva detto se riusciva ad andare in Ucraina nelle zone di guerra e visitare le comunità assediate da più di 200 giorni, che sono rimaste tra la gente. “Questa presenza è particolarmente importante qui in prima linea”, dice il vescovo ausiliare Jan Sobilo, che lo sta accompagnando in questo tratto di strada. “Sono testimone di come le persone sentono la presenza del Santo Padre attraverso la visita del cardinale”. A Zaporizhzhia, oggi, si è unito al cardinale anche il vescovo della diocesi cattolica latina, mons. Pavlo Honcharuk. Domani, domenica 18 settembre, dopo la celebrazione della messa, arriveranno nel pomeriggio a Kharkiv. Lunedì mattina presto – fanno sapere sempre in diocesi – il cardinale andrà con il vescovo – accompagnati dalla polizia – a Izyum, in visita alla fossa comune che è stata scoperta in un bosco alla periferia della città. Con oltre 440 cadaveri è la fossa “tra le più grandi” mai trovate finora in Ucraina. Il cardinale visiterà anche le parrocchie della città e incontrerà i sacerdoti che sono rimasti.