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Alla fine l’Elemosiniere del Papa si è recato personalmente al Dea del “Fazzi” con il suo furgone Daily, accompagnato dall’arcivescovo Michele Seccia, per consegnare direttamente sul “campo di battaglia” il regalo del Papa alla popolazione del Salento.

 

 

 

 Un dono più che simbolico: strumentazione (due ventilatori polmonari di ultima generazione) e gli “attrezzi del mestiere” per difendersi dal contagio (diversi scatoli contenenti dispositivi di sicurezza da consegnare al personale sanitario) per affrontare con più serenità questa pandemia. Significativo ancor di più se si pensa che il materiale giunto poche ore prima in Vaticano, il Papa stesso ha voluto che prendesse la via di Lecce (e anche di Madrid e della Romania) proprio nel giorno del suo onomastico.

Perché proprio Lecce? Perché il Santo Padre voleva che la carità e l’affetto della Santa Sede giungesse anche in una città del sud Italia.

La sera prima la telefonata all’arcivescovo: “nel giorno di San Giorgio, onomastico di Papa Francesco, vengo a portarvi il dono del Santo Padre”. E così stamattina molto presto l’Elemosiniere apostolico, il card. Konrad Krajewski è montato sul furgone della Città del Vaticano ed è arrivato fino a Lecce. Seicento chilometri di carità per far sentire la vicinanza del Santo Padre anche all’estremo sud del Paese, in ginocchio a causa del Covid-19. Alla gente di Lecce e del Salento

Arrivato nel primo pomeriggio accolto dall’arcivescovo e dai suoi collaboratori, un pranzo veloce e poi l’incontro con il direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo. Un primo tentativo di consegna in Piazza Duomo. Poi la scelta: inutile scaricare due volte. E via al Dea lui e l’arcivescovo, mediatori della carità del Papa. Che, lo ha sottolineato il cardinale: “preferisce che si consegni di persona ciò che egli destina agli ultimi”.

E al Dea, infine, la battuta che è una delle chiavi di lettura più efficaci del pontificato di Francesco: quando i magazzini dell’Elemosineria e il conto della carità del Papa sono vuoti è segno buono. “È l’economia del Vangelo - ha concluso il card. Krajewski”.

Profilo basso, un cardinale che scarica le merci, un vescovo che gli dà una mano. Niente cerimonie, zero riflettori e pochissime parole com’è nello stile di Papa Bergoglio. Tutto affidato alle immagini esclusive e senza commento di Portalecce.

Il grazie commosso dell’arcivescovo al Santo Padre attraverso una lettera riservata e l’agnello di pasta di mandorla delle Benedettine, il dono pasquale più leccese che si possa immaginare da consegnare di ritorno in Vaticano direttamente sulla tavola da pranzo di Francesco.

Il servizio fotografico è di Arturo Caprioli.

 

 

 

 

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